OSIMO – Scarpe, vestiti, accessori: la moda è senza dubbio il settore più a rischio contraffazione. Secondo un’elaborazione dell’ufficio studi Confartigianato, quattro mila e 792 imprese dell’artigianato manifatturiero marchigiano sono esposte al rischio di contraffazione, pari al 35 per cento su un totale di 13mila e 691. Una quota nettamente superiore alla media italiana (19,8 per cento) che colloca la nostra Regione al secondo posto in Italia dopo la Toscana (42,9 per cento) e prima dell’Umbria (25,5).
Anche gli imprenditori della moda osimani sono in prima linea per la difesa del made in Italy e la lotta al falso. La preoccupazione, assieme a tanta voglia di agire, è emersa dal direttivo Confartigianato della categoria che si è riunito a Osimo alla presenza del presidente Graziano Sabbatini e di David Coppari, Luca Corinaldesi, Primo Manieri, Simonetta Onorati, Raffaella Rossini, Flaviano Silviani, Claudio Tranquilli e Paola Zenobi. Presenti anche Andrea Rossi, responsabile Confartigianato della categoria, e Maila Cascia, responsabile area lavoro. Un incontro dove si sono poste le basi del programma di attività che il direttivo si propone di realizzare individuando le azioni sindacali da attuare nell’interesse del comparto.
Sono tante infatti le difficoltà vissute dalle imprese: eccessiva burocrazia, poco credito, alto costo del lavoro. Tra le varie esigenze emerse gli imprenditori chiedono garanzie per la reale tutela del cosiddetto “full made in Italy”. A breve la Confartigianato nazionale organizzerà un incontro per tracciare le strategie di azione future mirate a questo obiettivo.