Attualità

Contratti stabili in calo, via ai voucher

Sempre meno i contratti a tempo indeterminato, e sempre in aumento i voucher: erano nati per retribuire il lavoro accessorio e occasionale, per contrastare il lavoro nero ma sono diventati un sostitutivo delle tipologie contrattuali a tempo determinato e indeterminato.

ANCONA – E’ un calo netto quello dei contratti a tempo indeterminato, aumenta inevitabilmente il lavoro precario e i voucher. La fotografia scattata da Ires Marche sui dati Inps non lascia spazio a dubbi: nei primi dieci mesi del 2016 le aziende marchigiane hanno assunto 114mila persone in meno rispetto allo stesso periodo del 2015. I neo assunti, per la maggior parte, hanno un contratto a termine (77,1%), la restante parte si divide tra tempo indeterminato e apprendistato (rispettivamente 16,8% e 6,5%). Da evidenziare il dato relativo al 2015, quando gli indeterminati erano 32.200 mentre nel 2016 sono stati 19.079:

«Le trasformazioni di contratti di apprendistato in contratti a tempo indeterminato sono state 2.597 con un calo del 5,4% rispetto al 2015 – si legge nello studio – Le trasformazioni dei tempi determinati in contratti stabili ammontano a 6.744 e cioè il 40% in meno rispetto ai primi nove mesi del 2015». Aumenta invece, il numero dei voucher venduti: da gennaio a ottobre del 2016 sono saliti di oltre il cento per cento rispetto al 2014. La Cgil Ancona ha evidenziato che nel primo trimestre del 2015 il numero dei voucher è raddoppiato rispetto all’anno prima passando da 144.966 a 280.834. Erano nati per retribuire il lavoro accessorio e occasionale, per contrastare il lavoro nero ma sono diventati un sostitutivo delle tipologie contrattuali a tempo determinato e indeterminato. Dati perfettamente in linea con il resto del Paese: le assunzioni a tempo indeterminato si riducono ovunque ma, nelle Marche, la contrazione è più marcata che per la media italiana (-40,1% contro -32%). I referendum abrogativi su appalti, licenziamenti e voucher potrebbero essere decisivi secondo i sindacati, per rilanciare il lavoro, soprattutto tra i giovani.