JESI – Il Contratto di Fiume – in opera dal 2015 e che vede Jesi capofila insieme ad altri 17 Comuni – nelle vesti di “Blueriver” si inserisce in un progetto, l’Interreg Italy-Croatia, all’esame della Comunità Europea, che prevede uno stanziamento complessivo di 2 milioni e 300 mila euro, dei quali alla nostra città andrebbe la cifra di circa 300 mila euro.
Il Contratto di Fiume promuove la tutela e la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei teritori fluviali, in questo caso quelli bagnati dall’Esino.
Jesi partecipa al bando europeo, sull’asse sicurezza e resilienza, in qualità di capofila di otto bacini fluviali, insieme ai comuni di Altidona e Silvi, al Gal Valmarecchia e Conca, alla Regione Marche – Pf difesa del suolo e della costa -, comprendendo quindi la nostra regione, l’Emilia Romagna e l’Abruzzo e, dalla parte croata, le città di Karlovac, Buzet, Ploce, il Gal Northern Istra e l’Agenzia rurale Zadarske Zupanije.
I bacini fluviali pilota in questione sono l’Esino e l’Aso, Marecchia e Conca, Mirna, Zmanja, Korana, Cerrano Neretva.
L’iniziativa è stata presentata in Comune, presenti l’assessore Cinzia Napolitano, Marco Cardinaletti, consulente comunale per i finanziamenti europei, David Belfiori, direttore dell’oasi di Ripa Bianca e referente per i contratti di fiume, Gloria Sordoni, funzionario del Pf difesa suolo della Regione, e Giuliana Porrà, vice sindaco di Altidona.
Sui 19 progetti presentati, l’Europa dovrebbe esprimersi entro il prossimo anno e soltanto 4 di questi vedranno premiati i loro sforzi e la loro progettualità. Tra questi si inserisce Jesi, forte del fatto che con il suo Contratto di Fiume è già operativo.
«Stiamo lavorando – ha affermato Cinzia Napolitano – per migliorare il territorio che insiste lungo il nostro fiume, per implementare tutte le azioni che sono necessarie. Avendo già un nostro progetto eravamo pronti, perciò, a partecipare al bando europeo. Siamo in una fase molto avanzata rispetto ad altri, degli apripista, (nelle Marche sono in tutto 6 i Contratti di Fiume, per ora – ndr -) tanto è vero che altre realtà, come Loreto e il suo contratto relativo al Musone, si sono ispirate a noi».
Il progetto Blueriver – della durata di 30 mesi – in partnership si basa su tre importanti sfide territoriali: l‘incremento della resilienza, la creazione di un modello di nuova governance per affronatre al meglio i cambiamenti climatici lungo i bacini fluviali, la promozione della partecipazione attiva delle comunità locali nella pianificazione delle misure atte alla riduzione dei rischi.
La cooperazione transfrontaliera è, poi, essenziale, per migliorare e omogeneizzare l’applicazione dei Contratti di Fiume facendo diventare più efficaci le misure di adattamento.