Attualità

Contratto di fiume, respiro europeo

Jesi capofila di una partnership italo-croata che partecipa a un bando di 30 mesi il quale destina complessivamente circa 2 milioni e 300 mila euro al progetto denominato "Blueriver". Obiettivo l'incremento della capacità di adattamento e di resilienza delle comunità fluviali

Da sinistra, David Belfiori, Cinzia Napolitano, Marco Cardinaletti

JESI – Il Contratto di Fiume – in opera dal 2015 e che vede Jesi capofila insieme ad altri 17 Comuni – nelle vesti di “Blueriver” si inserisce in un progetto, l’Interreg Italy-Croatia,  all’esame della Comunità Europea, che prevede uno stanziamento complessivo di 2 milioni e 300 mila euro, dei quali alla nostra città andrebbe la cifra di circa 300 mila euro.

Un momento dell’incontro nella sala del Consiglio comunale

Il Contratto di Fiume promuove la tutela e la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei teritori fluviali, in questo caso quelli bagnati dall’Esino.

Jesi partecipa al bando europeo, sull’asse sicurezza e resilienza, in qualità di capofila di otto bacini fluviali, insieme ai comuni di Altidona e Silvi, al Gal Valmarecchia e Conca, alla Regione Marche – Pf difesa del suolo e della costa -, comprendendo quindi la nostra regione, l’Emilia Romagna e l’Abruzzo e, dalla parte croata, le città di Karlovac, Buzet, Ploce, il Gal Northern Istra e l’Agenzia rurale Zadarske Zupanije.

I bacini fluviali pilota in questione sono l’Esino e l’Aso, Marecchia e Conca, Mirna, Zmanja, Korana, Cerrano Neretva.

L’iniziativa è stata presentata in Comune, presenti l’assessore Cinzia Napolitano, Marco Cardinaletti, consulente comunale per i finanziamenti europei, David Belfiori, direttore dell’oasi di Ripa Bianca e referente per i contratti di fiume, Gloria Sordoni, funzionario del Pf difesa suolo della Regione, e Giuliana Porrà, vice sindaco di Altidona.

Sui 19 progetti presentati, l’Europa dovrebbe esprimersi entro il prossimo anno e soltanto 4 di questi vedranno premiati i loro sforzi e la loro progettualità. Tra questi si inserisce Jesi, forte del fatto che con il suo Contratto di Fiume è già operativo.

Il vice sindaco di Altidona, Giuliana Porrà

«Stiamo lavorando – ha affermato Cinzia Napolitano – per migliorare il territorio che insiste lungo il nostro fiume, per implementare tutte le azioni che sono necessarie. Avendo già un nostro progetto eravamo pronti, perciò, a partecipare al bando europeo. Siamo in una fase molto avanzata rispetto ad altri, degli apripista, (nelle Marche sono in tutto 6 i Contratti di Fiume, per ora – ndr -) tanto è vero che altre realtà, come Loreto e il suo contratto relativo al Musone, si sono ispirate a noi».

Il progetto Blueriver – della durata di 30 mesi – in partnership si basa su tre importanti sfide territoriali: l‘incremento della resilienza, la creazione di un modello di nuova governance per affronatre al meglio i cambiamenti climatici lungo i bacini fluviali, la promozione della partecipazione attiva delle comunità locali nella pianificazione delle misure atte alla riduzione dei rischi.

La cooperazione transfrontaliera è, poi, essenziale, per migliorare e omogeneizzare l’applicazione dei Contratti di Fiume facendo diventare più efficaci le misure di adattamento.