OSIMO – Ogni giorno in Italia, contro le donne, si registrano 23 atti persecutori, 28 maltrattamenti, 16 episodi di percosse e nove di violenze sessuali. Nel 2016 sono stati 108 i femminicidi in ambito familiare, 11mila e 400 gli atti persecutori (circa il 76 per cento a danno delle donne), 12mila e 829 i maltrattamenti in famiglia (circa l’81 a danno delle donne), 13mila e 146 le percosse (circa il 46 per cento contro le donne) e tremila 759 le violenze sessuali (oltre il 90 contro le donne).
I dati forniti dalla Polizia di Stato sono allarmanti.
Se ne è parlato l’altra sera al Conero golf club con il presidente Aldo Franco Dragoni del Rotary Club di Osimo e Fausta Casagrande, coordinatrice e responsabile del settore tutela fasce deboli in chiave preventiva e referente per l’Anticrimine nel progetto di rete che unisce tutti gli operatori istituzionali, Forze dell’ordine, associazioni e quanti si occupano di disagio, violenza e abusi.
La dottoressa Casagrande ha presentato ai soci il lavoro svolto da lei e dal suo team di poliziotti per prevenire, contrastare e assistere le vittime delle violenze domestiche e non.
Questa attività prende forza grazie alla “Convenzione di Istanbul” aperta alla firma dall’11 maggio 2011 e sottoscritta oggi da 32 paesi dell’Europa (in Italia è stata approvata dai due rami del parlamento nel 2013). Essa si pone come obiettivi la prevenzione dei reati, la protezione delle vittime e di garantire che i colpevoli vengano puniti.
Il lavoro svolto dalla squadra si compone di alcuni aspetti fondamentali: la prevenzione dei crimini, l’assistenza, l’ascolto e l’aiuto a tutte quelle vittime, in gran parte donne, che subiscono questo tipo di violenze. Un aspetto molto importante per il contrasto agli abusi è la “valutazione del rischio”: durante l’incontro con la vittima, la Polizia, con il supporto di psicologi ed esperti, cerca di individuare la gravità del reato e, nel rispetto della legge, mettere in campo tutte quelle azioni di tutela per la vittima e di prevenzione di altri abusi.
Queste atrocità, un tempo nascoste da un retaggio che vedeva la donna umiliata e messa in secondo piano rispetto all’uomo, oggi sono state portate alla luce da quante donne trovano il coraggio di dire basta agli abusi cui sono sottoposte.
Fenomeni del genere si manifestano sempre più all’interno delle mura domestiche, complici crisi di coppia, disoccupazione, malattie o comunque disagi che fanno scattare quel raptus di violenza di cui a farne le spese è sempre la donna, madre, moglie.
Molti i soci presenti e molte le domande rivolte alla interlocutrice: il presidente nel ringraziare la dottoressa Casagrande ha concluso sostenendo l’opportunità di approfondire maggiormente questo argomento, e altri strettamente connessi, alla presenza del Questore in un successivo incontro.