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Coronavirus, l’assessore e medico Luca Butini: «Jesi ha reagito abbastanza bene»

Il vicesindaco manifesta perplessità in merito alla decisione della Regione di chiudere tutte le scuole e all'atteggiamento dell'Europa. «Facciamo tesoro di questa esperienza»

L'assessore Luca Butini

JESI – «La città ha reagito abbastanza bene al coronavirus. Al di là di un po’ di “turbolenza” iniziale sui social media, non ci sono state manifestazioni di panico viste altrove». Ad affermarlo è il vicesindaco Luca Butini, medico a Torrette. Parere differente, il suo, rispetto a quanto fatto dalla Regione e dall’Europa.

«La sospensione dell’attività educativa nelle scuole, degli spettacoli teatrali e cinematografici, delle attività collettive di culto, degli eventi sportivi nei palasport ha lo scopo di aumentare le misure di protezione di una comunità quando in quella comunità sia dimostrata la presenza o sia altamente probabile la presenza di un agente patogeno facilmente trasmissibile nel caso di assembramenti, specie in luoghi chiusi – spiega Butini -. Dal momento che la sospensione di queste attività ha un impatto notevole sulla vita quotidiana di cittadini e famiglie, sulla erogazione dei servizi, sulle attività economiche e sull’immagine di quella comunità e di quel territorio, la misura deve essere proporzionata al rischio infettivo. Non è facile, il rischio di sotto o sopravvalutazione è concreto. Nel caso specifico di questi giorni è possibile che nella nostra regione le misure di sospensione decretate siano state eccessive rispetto alla reale necessità, con il rischio, viste tutte le implicazioni, che “la medicina sia peggiore del male”».

Nella comunità della Vallesina, o più estesamente nella provincia di Ancona, ricorda il vicesindaco di Jesi, «stando ai dati sanitari non c’è al momento circolazione dimostrata di Covid-19. Allerta giustificata naturalmente, Asur attiva nel monitoraggio e nelle misure di sorveglianza degli individui provenienti dalle zone a rischio, servizi sanitari ed amministrazioni locali pronti ad intervenire con l’applicazione delle ulteriori misure eventualmente necessarie. Cerchiamo allora di imparare qualcosa dalla sfida che stiamo affrontando, così da essere più efficienti da adesso in poi. Auspicherei una centralizzazione spinta della individuazione dei possibili scenari e della definizione di linee guida a cura degli esperti, abbinata alla applicazione delle misure il più possibile adattata invece alla realtà dei singoli territori. Ora possiamo dire con certezza che le misure di contenimento iniziali (sospensione dei voli, misure nei confronti dei viaggiatori…) sarebbero dovute essere applicate uniformemente a livello europeo, abbiamo un organismo sanitario deputato, ECDC. L’Europa ha dimostrato una volta di più di non avere consistenza quando serve, la fretta di intervenire ha portato a provvedimenti incompleti e disomogenei. Siamo stati a guardare ciò che accadeva in Cina e non ci siamo coordinati su come intervenire per proteggere al meglio il nostro continente, fermo restando che è impossibile contenere totalmente un virus così facilmente trasmissibile oggi, con la facilità di spostamento delle persone. E poi in Italia ci si sono messi gli errori nella comunicazione, che ha ceduto al sensazionalismo a danno della corretta informazione, le distorsioni nei rapporti fra Stato e Regioni»

Nelle Marche, a detta di Butini, «il tutto è stato amplificato dalla campagna elettorale. Sono emerse la fragilità emotiva delle persone, la “fame” di notizie ad ogni costo abbinata alla incapacità di selezionare quelle vere da quelle false, il disconoscimento della autorevolezza delle fonti».

E Jesi? «Nel caso specifico della nostra città direi, ad oggi, che ci si sia mossi bene – commenta l’assessore alla cultura -. Il Comune si è messo immediatamente in moto per diffondere una informazione corretta, pubblicando tempestivamente sul proprio sito il decalogo del Ministero, traducendolo e distribuendolo sul territorio a comunità ed aziende, a beneficio delle comunità straniere prevalenti. Ha provveduto inoltre a riunire il COC per “oliare” la macchina nel caso in cui poi servisse metterla in moto. Ha preso contatti immediati con le autorità sanitarie territoriali, Asur e Medici di Medicina Generale, mettendosi a disposizione per intervenire per quanto di propria competenza, senza invasioni di campo inopportune. Ad oggi, forse anche grazie a questo, la città ha reagito abbastanza bene. Al di là di un po’ di “turbolenza” iniziale sui social media non ci sono state manifestazioni di panico viste altrove. Subiamo l’impatto delle cancellazioni di attività ma stiamo agendo per riprogrammarle, c’è consapevolezza che stiamo tutti facendo del nostro meglio per bilanciare le esigenze collettive e dei singoli. Ci stiamo nostro malgrado mettendo alla prova, fra un po’ di tempo, speriamo alcune settimane e non troppi mesi, potremo tracciare un bilancio».