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Coronavirus, Ceriscioli dice no alla passeggiata: «Non possiamo permetterci di allentare i provvedimenti»

Il presidente della Regione Marche è contrario alla decisione presa dal Ministero dell'Interno sulle uscite consentite per i bambini ed evidenzia il fatto che il provvedimento non sia stato condiviso con i governatori

Luca Ceriscioli
Il presidente Luca Ceriscioli mentre firma l'ordinanza regionale, 25 febbraio 2020

ANCONA – È una sonora bocciatura quella che arriva dal presidente regionale Luca Ceriscioli al via libera del Viminale sulla passeggiata per i minori accompagnati da un genitore. Il Ministero dell’Interno era intervenuto proprio ieri con una nota esplicativa inviata ai prefetti per chiarire la questione, autorizzando di fatto le passeggiate genitore-figlio minore a patto che siano fatte nei pressi dell’abitazione.

Una apertura che però ha suscitato il disappunto dei governatori delle regioni più colpite dal virus, fra loro anche il presidente regionale Luca Ceriscioli. «Non possiamo permetterci in nessun modo di allentare i provvedimenti presi», spiega il governatore delle Marche, sollevando perplessità sul messaggio culturale che rischia di passare con una iniziativa di questo tipo. Insomma, secondo il presidente sulle restrizioni, introdotte per contrastare la diffusione dei contagi non si può abbassare la guardia.  

A non piacere a Ceriscioli il fatto che il provvedimento preso non sia stato condiviso con i governatori. Il presidente parla di una decisione, quella del governo, assunta «per conto proprio, dopo che per settimane ha predicato la necessità di prendere decisioni insieme alle Regioni». Insomma «un errore di metodo» per il quale Ceriscioli chiede la riapertura di un confronto e «che venga sospesa la circolare». 

Nella stessa circolare il Viminale aveva autorizzato anche la passeggiata per anziani e disabili purché accompagnati da un solo familiare, vicino alla propria abitazione e facendo attenzione ad evitare assembramenti e a rispettare le distanze.