ANCONA – Tra smart working, reddito di emergenza, congedi parentali e bonus baby sitting, il Decreto Rilancio varato ieri sera dal Consiglio dei ministri e annunciato nel corso di una diretta Facebook, ha messo a disposizione delle famiglie fondi per quasi 700 milioni di euro. Una manovra il cui obiettivo è quello di fronteggiare l’emergenza economica scaturita dall’epidemia di coronavirus e dal conseguente lockdown imposto per limitare contagi e morti.
Ma cosa cambia di fatto rispetto al Cura Italia? Ecco punto per punto le novità salienti per famiglie e lavoratori autonomi.
BONUS BABY SITTING
Innanzi tutto il bonus baby sitter viene innalzato da 600 a 1.200 euro al mese per chi ha figli sotto i 12 anni, una cifra che raddoppia arrivando a 2.000 euro per medici e infermieri e per tutti i lavoratori pubblici e privati che operano nel comparto della sanità, della sicurezza, della difesa e del soccorso pubblico. Un bonus che può essere impiegato anche per pagare le rette dei centri estivi e dei servizi per l’infanzia dedicati a bambini e ragazzi nella fascia d’età che va dai 3 ai 14 anni, per il periodo giugno-settembre 2020, attenzione però perché non è compatibile con il bonus asilo nido. A beneficiare della somma potranno essere anche quelle famiglie che hanno figli disabili sopra i 12 anni.
CONGEDO PARENTALE
Per i lavoratori del privato cresce anche il congedo parentale nei casi in cui i figli abbiano meno di 12 anni, un limite che non è presente se i figli sono disabili. Le domande andranno presentate entro il 31 luglio 2020 quando si possono chiedere fino a 30 giorni di congedo con un’indennità pari al 50% della retribuzione. Permesso retribuito per ulteriori 12 giorni confermato per i lavoratori che usufruiscono della legge 104 per la disabilità dei figli, per i mesi di maggio e giugno.
REDDITO DI EMERGENZA
Capitolo a parte quello del reddito di emergenza. Le famiglie in difficoltà potranno richiederlo entro giugno per due mensilità al massimo. L’importo previsto va da 400 a 800 euro, a seconda del numero delle persone presenti nel nucleo familiare.
Ma quali sono i requisiti per richiederlo? Innanzitutto occorre avere la residenza in Italia, un reddito familiare inferiore a quello previsto dal reddito di emergenza (400-800 euro), Isee sotto i 15 mila euro e patrimonio mobiliare inferiore a 10 mila euro, una cifra però che può crescere fino a 20 mila euro a seconda del numero dei componenti familiari.
SMART WORKING
Novità anche sul fronte smart working, infatti i genitori che hanno un figlio minore di anni 14, e che lavorano nel privato, potranno chiedere di usare questa modalità di lavoro a patto che nel nucleo familiare non ci sia un altro genitore che stia beneficiando di altri strumenti di sostegno al reddito, come la cassa integrazione, o che non stia lavorando.
IL PARERE DELL’ESPERTO
«Il Decreto è molto articolato ed impatterà in tantissimi aspetti della vita delle imprese e delle famiglie» commenta Roberto Di Iulio, presidente dell’Ordine provinciale dei Consulenti del Lavoro e consulente tecnico del Tribunale. Ci sono «diverse misure prorogate rispetto al Cura Italia, come i bonus baby sitting, i congedi parentali che sono stati molto utilizzati dalle famiglie e soprattutto dalle mamme che si sono trovate con le scuole e gli asili chiusi. Il Governo ha fatto bene nel prevedere il recupero del bonus non usufruito, uno strumento molto significativo per le famiglie, così come le ulteriori 12 giornate previste per chi beneficia della legge 104 che consentono di affiancare le 6 ordinarie previste nei due mesi, portandole così a 18, anche questa una misura che è stata molto utilizzata dalle famiglie».
Critico invece il commento per quanto riguarda la cassa integrazione: «Da un lato c’è il blocco dei licenziamenti da parte delle imprese fino a metà agosto, ma dall’altra parte il rischio è che gli ammortizzatori non riescano a coprire fino a quel periodo e che quindi le aziende possano ritrovarsi con i lavoratori che non lavorano e i dipendenti senza ammortizzatori, un problema serio».
Secondo il consulente del lavoro «molto importate» è la detrazione per le ristrutturazioni «che rivede al rialzo la possibilità di recupero delle spese per interventi di ristrutturazione anti-sismica e per quelli finalizzati al risparmio energetico. La percentuale di recupero viene incrementata al 110%».
Cosa cambia per i lavoratori?
Per gli autonomi scatta il rinnovo automatico per il mese di aprile del bonus da 600 euro. Una cifra che salirà a 1.000 euro nel mese di maggio ma che spetterà a chi abbia subito una riduzione di almeno il 33% del reddito nel secondo bimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. Il bonus verrà riconosciuto anche ai Co.Co.Co che hanno cessato il rapporto di lavoro all’entrata in vigore del decreto. Ai professionisti iscritti agli ordini che hanno subito una riduzione del 33% del reddito andranno 600 euro, mentre artigiani, commercianti e coltivatori diretti, che hanno preso l’incentivo, con il Decreto andranno a beneficiare degli indennizzi a fondo perduto per imprese che hanno subito un calo del 33% del fatturato erogati dall’Agenzia delle Entrate che per la prima volta andrà ad erogare contributi, invece che ad esigere imposte.
I lavoratori domestici che hanno uno o più contratti di lavoro per più di 10 ore settimanali potranno beneficiare nei mesi di aprile e maggio di un bonus di 500 euro per ogni mese a patto che non siano conviventi con il datore di lavoro o che abbiano avuto accesso ad forme di sostegno.