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Coronavirus, diocesi di Fabriano: un prete positivo e una ventina di sacerdoti in quarantena

In seguito a un pranzo alla Casa del Clero, molti i prelati costretti a sottoporsi al tampone, vista la positività riscontrata da uno di loro. Difficoltà per garantire le funzioni religiose

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FABRIANO – Il coronavirus arriva nella chiesa della diocesi di Fabriano-Matelica. In seguito a un pranzo alla Casa del Clero di Fabriano, una ventina di sacerdoti, molti in pensione, costretta alla quarantena obbligatoria e in attesa di essere convocata per sottoporsi all’esame del tampone molecolare. Questo perché un presbitero di una parrocchia di una delle frazioni fabrianesi è risultato positivo al Covid-19.

Per almeno quindici giorni, fino al 10 febbraio circa, molti fedeli vedranno la vita parrocchiale rivoluzionata. E questo perché si è riscontrato un caso di positività al Coronavirus di un sacerdote. Ovviamente, si sta procedendo alla ricostruzione della catena sanitaria. E si è già accertato che sono circa una ventina i preti costretti alla quarantena obbligatoria perché un paio di giorni fa hanno pranzato con il “positivo” che, in quel momento, non sapeva di esserlo. Poi il sopraggiungere di alcuni sintomi, febbre in modo particolare, e la richiesta di sottoporsi al tampone rapido: positivo al Covid-19. Successivamente confermata dal tampone molecolare.

Al momento, gli altri sacerdoti non avvertono sintomi e sono stati posti in quarantena obbligatoria, compresi i preti pensionati che vivono nella Casa del Clero di via Gioberti. Ovviamente, difficoltà per le varie funzioni religiose nelle varie parrocchie della diocesi Fabriano-Matelica, si cercano sostituti fra i preti che non pranzano nella struttura diocesana. Gli altri, invece, sono in attesa di essere convocati per sottoporsi al test del tampone. E comunque rimarranno in quarantena obbligatoria fino al prossimo 10 febbraio.

«Si cercherà di rimediare al meglio con i sacerdoti non coinvolti con la quarantena», le prime parole del vicario generale della Diocesi Fabriano-Matelica, monsignor Tonino Lasconi. «C’è chi preme, anche genitori e catechisti, per riprendere le attività come se tutto si potesse fare “come era prima”. Non è così. Dobbiamo essere prudenti, anche i preti giovani, perché si è visto che l’età non rende immuni. Occorre, quindi, elaborare forme di catechismo da pandemia in corso senza far correre rischi a nessuno», conclude.