FANO – Doppia lettera aperta, su Facebook, tra sindaci di Fano. A prendere la parola per primo è stato Cesare Carnaroli, ex sindaco di Fano, in carica per quasi dieci anni (dal 1995 al 2004). Pronta la replica di Massimo Seri, sindaco in pieno mandato.
Carnaroli, riferendosi alle varie proposte per rilanciare la città (su tutte il progetto Fano Covid Free), chiede di pensare prima di tutto a un momento solenne che permetta alla popolazione di elaborare la tragedia della pandemia e, soprattutto, non guardare al futuro come se non fosse accaduto nulla.
Rivolgendosi a Seri, ha scritto: «Ho letto con interesse la sua proposta di Fano Covid-Free e, al di là delle posizioni pro o contro, ritengo sia necessario adempiere ad un compito, prima di qualsiasi iniziativa, che solo il sindaco può svolgere. In questi giorni sta emergendo una realtà di morte e tragedie personali, a seguito del Coronavirus che ha colpito la nostra provincia, tra cui anche la nostra città, con una dimensione mai vista dalla seconda guerra mondiale».
E ancora: «A mio parere, sig. sindaco, questa tragedia non può essere dimenticata o peggio ancora rimossa dalla memoria collettiva della comunità. Sperando anzi che anche altre città, penso a Pesaro dove la riflessione dovrà essere anche più profonda, facciano la stessa scelta.
Mi viene da suggerire, sommessamente, di chiedere di convocare un consiglio comunale, sintesi di tutte le parti politiche cittadine, e in luogo simbolo dove celebrare una funzione laica in cui ognuno possa riconoscersi per non dimenticare. Per ricordare i nostri concittadini, passati a miglior vita in questo frangente del coronavirus, in una straziante forma anonima oltre che tragica, senza aver potuto avere il conforto dei famigliari negli ultimi momenti della propria esistenza».
E conclude: «Il sindaco rappresenta tutta la comunità nel bene e nel male ed in questo momento doloroso solo Lei può rassicurare una comunità smarrita. È il momento del dolore e i lutti vanno elaborati».
A distanza di qualche ora la risposta di Seri non si è fatta attendere: «Hai perfettamente ragione quando, con la sensibilità di chi ha già avuto l’onore e l’onere di fare il sindaco, dici che la tragedia che noi tutti stiamo vivendo non va dimenticata o tentato di rimuoverla. Tanto più che per alcuni la tragedia è stata ancor più dura, più spietata. Parlo di coloro che si sono ammalati e non ce l’hanno fatta. Delle loro famiglie. Perché se a tutto c’è un rimedio, di fronte alla morte non c’è rimedio».
E ancora, aggiunge l’attuale primo cittadino: «Poi parlo di tutti coloro i quali, spendendosi per mettersi a servizio degli ammalati, hanno messo a repentaglio la loro stessa salute, dimostrando che l’essere umano se vuole sa essere responsabile, generoso, disinteressato. Ed infine mi riferisco a coloro che, sebbene non toccati direttamente dalla pericolosità del virus, ne subiscono ora e pesantemente i danni collaterali provocati dalla crisi economica che ne consegue. Proprio per non dimenticare, nei tempi e nelle modalità possibili, è mia e nostra intenzione come amministrazione, dedicare più momenti al ricordo e al ringraziamento».
E conclude con un monito di speranza: «Voglio concludere facendo riferimento al giusto confronto che fai fra l’attuale situazione e la Seconda Guerra Mondiale, ricordando però che oltre al lutto ci deve essere anche la speranza. Un sindaco non deve solo consolare, ma deve soprattutto proteggere e prendersi cura dei cittadini che rappresenta. Per farlo deve concretamente spendersi affinché quanto accaduto non si ripeta».