ANCONA – Ombrelloni distanziati, assembramenti e tavolate ancora al bando, accesso ai negozi scaglionato e ripresa delle attività produttive graduale e solo con i dispositivi di sicurezza. È sostanzialmente questo lo scenario che potrebbe attenderci nella cosiddetta fase 2, ovvero quella del lento ritorno alla normalità in seguito all’epidemia da Coronavirus. Un periodo che il virologo Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano, definisce «complesso».
Con i contagi che iniziano finalmente ad indietreggiare, si va verso la riapertura delle attività produttive per le quali è chiaro che non si potrà attendere di avere zero positivi. «Gli scenari sono abbastanza confortanti dal punto di vista dei dati medici che mostrano una decrescita del virus sia al Nord del Paese, con l’eccezione di Milano, sia al Centro e al Sud, con la Basilicata che ieri per la prima volta non ha avuto contagi. Questo – prosegue – mostra l’efficacia delle misure adottate, che hanno impedito al virus di esplodere». Un trend positivo che, se proseguirà anche nei prossimi giorni, ci condurrà dritti verso la tanto attesa data del 3 maggio, ipotizzata dal Governo per la riapertura delle attività produttive in lockdown da un mese.
«A quel punto si tratterà di dare avvio alle riaperture che dovranno essere controllate e gestite in maniera modulata – osserva il virologo -. Imprese ed esercizi commerciali dovranno rispettare le misure previste. L’entrata nei negozi dovrà continuare ad avvenire ancora in maniera scaglionata, mentre le aziende dovranno dotarsi dei dispositivi di sicurezza come mascherine, guanti e dovranno garantire il rispetto della distanza di sicurezza fra un lavoratore e l’altro. Non in tutti i luoghi di lavoro sarà semplice, ma in ogni caso sarà fondamentale creare queste condizioni, perché solo in questo modo potremo arrivare ad una lenta risoluzione dell’epidemia».
Il virologo è positivo per la stagione estiva: «L’estate rappresenterà il giro di boa. Quanto accadrà nel periodo estivo determinerà ciò che potremo attenderci per l’autunno».
Secondo Massimo Clementi critica potrà essere anche la fase della riapertura delle scuole che porrà il problema del mantenimento delle distanze di sicurezza nelle aule. Insomma, oltre a fronteggiare l’epidemia sanitaria, ci sarà molto da lavorare per risolvere tutta una serie di problematiche organizzative che sono già dietro l’angolo.
Lodevole, secondo il virologo, l’atteggiamento mostrato dagli italiani che «hanno rispettato nella stragrande maggioranza dei casi le misure imposte, un bell’esempio di educazione civica».
Insomma, ci attende un’estate nella quale si dovrà continuare a rispettare il distanziamento sociale anche all’aperto, ma la bella stagione potrà essere una valida alleata nella riduzione dei contagi. «Ritengo che il Coronavirus, come anche altri virus, soffra il caldo e l’attuale diffusione nel mondo lo sta a testimoniare – spiega Clementi – , anche se il caldo non lo farà scomparire, ci sarà una forte diminuzione nei contagi».
Altro elemento positivo il fatto che dall’inizio della fase epidemica si stia registrando «un calo nel numero dei ricoveri nelle terapie intensive che si stanno lentamente svuotando. Possibile indicazione – prosegue – che il virus nel passaggio da uomo a uomo si sta attenuando». «Un comportamento comune a molti virus che infettano per la prima volta l’uomo – osserva Clementi – . Un virus è tanto più “cattivo” quanto più è nuovo. Non si tratta di immunità, ma di adattamento all’ospite che infetta». «I virus non vogliono uccidere l’uomo, perché altrimenti non si replicherebbero più. Quelli di maggior successo sono i non patogeni che arrivano ad infettare due terzi della popolazione proprio perché non causano malattie e sono tollerati dall’uomo».
Intanto ci sono novità incoraggianti sul fronte dei vaccini dove i ricercatori stanno compiendo passi da gigante. Già in autunno potrebbe arrivare un vaccino da un’azienda di Pomezia, la Advent-Irbm, che in collaborazione con il Jenner Istitute della Oxford University già a fine aprile darà avvio alla sperimentazione clinica. Una notizia «molto importante che consentirà di avere il vaccino in tempi brevi – conclude Clementi – e questo sarà fondamentale anche a epidemia conclusa per la prossima volta in cui un coronavirus si ripresenterà».