ANCONA – Aprile mese nero. L’impatto del Coronavirus si è abbattuto pesantemente sul mercato del lavoro. Diminuisce marcatamente l’occupazione nel mese di aprile, rispetto a marzo, e cresce considerevolmente il numero delle persone inattive. Nessuna categoria è stata risparmiata: donne e uomini di tutte le classi di età, professionisti e dipendenti. In aumento, pertanto, il tasso di disoccupazione. È l’Istat a certificarlo con riferimento alla situazione nazionale. Numeri che preoccupano anche le Marche.
«Purtroppo ad aprile sono emersi in tutta la drammaticità gli effetti dell’emergenza covid-19 sull’economia e di conseguenza sul mercato del lavoro, cosa che non era avvenuta così marcatamente a marzo – il commento di Daniela Barbaresi, segretaria generale della Cgil Marche -. I primi a farne le spese, in questa emergenza sanitaria e conseguentemente economica sono i precari, quelli che lavoravano come intermittenti o che hanno terminato il loro contratto a tempo determinato proprio nei mesi di marzo o aprile. Di conseguenza tutti quei soggetti che si muovevano nel mercato del lavoro alla ricerca si sono immediatamente fermati.
La tenuta dell’occupazione, considerando la mole consistente di ammortizzatori sociali messi in campo dal Governo e il blocco dei licenziamenti prolungato fino al 16 agosto, per il momento ha riguardato solo la parte più debole del mercato del lavoro, solo parzialmente coperta con i bonus di varia natura erogati dall’Inps. La nostra preoccupazione è legata a dopo le ferie estive. Cosa succederà in autunno? Crediamo che necessiti un prolungamento di tutti gli strumenti di aiuto almeno fino alla fine dell’anno. La nostra regione, già in difficoltà prima della crisi sanitaria, è chiamata dal punto di vista economico a risalire in fretta ed a orientare le risorse destinate allo sviluppo e al lavoro in maniera mirata e condivisa con tutti gli attori sociali».
«I dati occupazionali nazionali mettono in evidenza dinamiche (calo dell’occupazione; crescita dell’inattività) che sono già avvertibili in quei termini anche nelle Marche – il parere di Sauro Rossi, segretario generale della Cisl Marche -. Il particolare carattere manifatturiero della nostra regione enfatizza il rischio di un calo degli occupati, poichè aldilà del ricorso agli ammortizzatori sociali, ingente è stato il numero dei contratti a tempo determinato non rinnovati; le difficoltà del Terziario, in particolare del Turismo, concorrono a rendere ancora più serie le difficoltà registrate nel mercato del lavoro da parte delle migliaia di persone legate a quel settore, anche nelle forme contrattuali legate alla stagionalità.. L’aspetto contingente della chiusura delle Scuole sta rendendo problematica la combinazione tra responsabilità familiari e lavoro e aggrava, in particolare, la situazione, già critica, di molte donne. Si stanno acuendo le difficoltà per i giovani con il possibile aumento, che andrà verificato quanto prima, su scala regionale, degli “scoraggiati».
I dati riguardanti le Marche sono attesi per il 12 giugno.