ANCONA – Le Marche sono la terza regione in Italia per numero di decessi e ricoveri da Coronavirus, e la seconda per i ricoveri in terapia intensiva. A tracciare il quadro è il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, che proprio nella giornata di ieri ha varato una nuova ordinanza regionale con la quale ha dato una ulteriore stretta per ridurre al minimo la diffusione dei contagi. «Non ammalarsi è importantissimo e stare a casa è il sistema migliore», sottolinea Ceriscioli evidenziando che «c’è chi continua ad approfittare degli spazi che le ordinanze danno».
Insomma, un richiamo a quei cittadini che non hanno ancora compreso il valore delle misure restrittive, il cui obiettivo è quello di salvare vite e di evitare che il sistema sanitario possa arrivare al collasso.
«L’aiuto più grande che possiamo dare al nostro Paese, alle Marche e agli eroi che lavorano negli ospedali è di non ammalarci – prosegue – . Per questo bisogna restare in casa, evitare i contatti e tenersi lontani dal virus e dal contagio».
Ceriscioli, nel chiedere ai marchigiani di essere rigorosi, spiega che «se ognuno rispettasse le misure, il virus ne uscirebbe sconfitto perché non più in grado di contagiare».
Il presidente regionale si è detto molto preoccupato per la carenza «dei dispositivi di protezione individuale, essenziali per chi lavora in sanità, per proteggersi dal contagio. Sappiamo quanto è prezioso oggi un medico, un infermiere e un oss, che permettono di dare servizi sia al pronto soccorso che alle rianimazioni».
Presìdi per i quali ci sono enormi difficoltà di approvvigionamento e la cui carenza è «un fatto molto grave e pesante» ha dichiarato, dal momento che sono fondamentali «anche per il clima psicologico che si crea perché, dovendo centellinare le mascherine per la paura di finirle, teniamo tutto il sistema in tensione».
Ma a mancare sono anche medici e infermieri, per questo il presidente regionale proprio ieri (20 marzo) ha inviato al Governo una richiesta di inviare personale sanitario in supporto. «Siamo fra le regioni più colpite» osserva, «spesso si guarda ai numeri assoluti e quindi emergono Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, cioè le regioni numericamente più grandi, ma noi abbiamo veramente un problema molto significativo».
«Speriamo che una task force di medici e infermieri militari o in qualunque altra forma, possa essere disponibile e venga nelle Marche a dare una mano al nostro sistema fatto di tanti operatori che sono stati straordinari e che continuano ad esserlo ma che sicuramente hanno bisogno di aiuto».
Il fabbisogno di personale sanitario complessivo chiesto dal presidente regionale è di 41 infermieri e 73 medici fra i quali 20 anestesisti, 10 infettivologi, 10 radiologi, 3 pneumologi e 30 medici da destinare ai pronto soccorso.