OSIMO – L’emergenza sanitaria del Coronavirus ha già prodotto i suoi effetti in ambito sociale sulle fasce più deboli della popolazione. Il report della Caritas di Ancona-Osimo indica infatti una forte crescita del numero di persone che hanno richiesto un aiuto alimentare nel mese di marzo. Complessivamente la cucina del Centro Ferretti di Ancona ha prodotto oltre 3 mila pasti mentre i tre Empori della Solidarietà di Ancona, Osimo e Falconara hanno consegnato prodotti alimentari per un valore complessivo di 15 mila euro.
«Abbiamo visto sin dal primo momento che c’è stata un crescita costante ma graduale dei casi di difficoltà – spiega il direttore della Caritas, Simone Breccia – le persone che hanno perso la possibilità di avere un reddito o avevano un lavoro precario o un lavoro sommerso si sono via via avviate verso uno stato di povertà crescente. Questo ha toccato anche sacche di popolazione che finora non avevano usufruito dei nostri servizi». Il numero di utenti della mensa serale di Ancona è più che raddoppiato rispetto ai mesi precedenti, segno evidente di una povertà in forte crescita anche sul nostro territorio.
«I pasti consegnati al giorno sono passati da circa 30 a 70 – conferma Breccia –. Ovviamente in base alle restrizioni la mensa è diventata da asporto. Se consideriamo anche i pasti consegnati a domicilio agli anziani e persone non autosufficienti arriviamo a 100 coperti al giorno». In forte aumento anche le richieste di prodotti alimentari erogati dalla Caritas attraverso gli Empori della Solidarietà. «Parliamo di un incremento di almeno il 50 per cento – spiega Breccia – complessivamente nei tre empori presenti a Osimo, Ancona e Falconara abbiamo assistito oltre 300 persone erogando prodotti alimentari per un valore di 15 mila euro. Ovviamente come nei supermercati l’accesso all’emporio è contingentato».
In questo periodo di emergenza la Caritas ha continuato garantire la propria assistenza e i centri resteranno aperti anche a Pasqua. «Abbiamo scelto di mantenere i servizi essenziali rivolti alle persone compresi ai centri di ascolto ad Ancona e Osimo che sono essenziali e permettono alle persone di far presente quelli che sono i loro bisogni – conferma il direttore -. In quest’ultimo caso lo abbiamo potuto fare esclusivamente attraverso il servizio telefonico, che ci ha comunque permesso di monitorare la crescente situazione di povertà. Posso dire che dalle telefonate si nota spesso un evidente disagio di persone che si scusano e che non sono abituate a chiedere perché non si sono mai trovate in queste situazioni».
L’impegno della Caritas in questa emergenza Coronavirus è ancora maggiore se si pensa al brusco calo che c’è stato del numero dei volontari solitamente impiegati nei vari servizi. «I volontari sono calati del 90 per cento, siamo passati da 250 ad appena 25 complessivi per tutte le sedi – spiega Simone Breccia –. Tra loro c’è anche gente anziana e noi non abbiamo chiesto a nessuno di fare l’eroe. I servizi in questo momento sono garantiti grazie all’organizzazione della Santissima Annunziata nella quale sono presenti operatori e professionisti che hanno permesso di tenere in piedi le attività».