FABRIANO – Quattro nuovi tamponi positivi al Coronavirus nel fabrianese. I casi accertati salgono quindi a quattro a Fabriano: l’ultimo un uomo di circa 50anni, libero professionista. Quattro a Sassoferrato, l’ultimo un 80enne pensionato. E i primi due a Cerreto D’Esi: due uomini, pensionati, intorno agli 80 anni. All’ospedale di Fabriano, ci sono tre persone in attesa di conoscere l’esito dei tamponi. Le persone in isolamento fiduciario e/o forzato perché sono stati a contatto con i pazienti Covid-19 positivi, sono circa una sessantina distribuiti fra i tre centri del comprensorio fabrianese. Fra questi un uomo, 50enne lavoratore autonomo, che questa mattina è stato contattato dai servizi sanitari regionali perché è venuto a contatto con un caso accertato di Fabriano. «Fino al 18 marzo, tremerò non tanto per me, ma per mia madre anziana», le sue parole.
«Mi hanno contattato spiegandomi che sono venuto a contatto con una persona risultata affetta da Covid-19, il 3 marzo scorso. Quindi, fino a mercoledì prossimo, per sicurezza meglio attendere il 19 marzo, non devo assolutamente avere i contatti con nessuno. Mi chiameranno due volte al giorno per sapere come sto, se sopraggiungono sintomi tipici di questo Coronavirus. Solo allora mi sottoporranno al tampone», spiega.
«Non temo per me, né per la mia compagna, quanto piuttosto per mia madre, anziana, che dal 3 marzo scorso, ho sicuramente visto. Prego Dio di non avere nulla e che questa paura che provo possa sparire presto. Spero, anche, che il fabrianese affetto da Covid-19 possa stare bene». Da quando gli è stato comunicato di essere un soggetto a rischio, «il mal di testa, un colpo di tosse, uno starnuto, tutto mi riporta a quanto mi è stato comunicato questa mattina. Voglio fare un appello. Già negli ultimi giorni, sono uscito solo per estrema necessità. Ovviamente, da oggi, non uscirò. Mi rivolgo a tutti, state a casa il più possibile. Il Coronavirus è subdolo e tutti noi, inconsapevolmente, possiamo essere un veicolo di contagio per noi stessi e per i nostri cari».