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Coronavirus, al via i test sierologici sui medici nel Maceratese

Sono iniziati gli esami per monitorare la situazione sul territorio e garantire la massima sicurezza. Ad annunciarlo il presidente dell’ordine del medici di Macerata Romano Mari: «Tutelare il territorio, i pazienti e i professionisti»

MACERATA – Sono iniziati oggi in tutta la provincia maceratese i test sierologici sui medici di medicina generale. Gli esami sono necessari per monitorare la situazione sul territorio e garantire la massima sicurezza.

«Sono oltre 120 i medici, in Italia, morti a causa del virus e di questi, 80 sono quelli di medicina generale – ha spiegato il presidente dell’ordine del medici di Macerata Romano Mari -. È importante quindi tutelare il nostro territorio e comprendere che se un professionista si ammala diventa veicolo di contagio e questo dobbiamo evitarlo». Nell’Area Vasta 3, dall’inizio dell’emergenza, sono 300 gli operatori sanitari contagiati dal Covid-19; 159 quelli ancora positivi al momento e tra questi ci sono anche sette medici.

Il presidente dell’Ordine dei medici di Macerata Romano Mari

I medici di medicina generale sono i primi che sono stati sottoposti ai test sierologici iniziati questa mattina; toccherà poi ai pediatri di libera scelta e ai medici di continuità assistenziale e poi agli operatori sanitari degli ospedali. «Tramite questo tipo di esame, che si sviluppa su un prelievo di sangue, si va alla ricerca degli anticorpi e si ricercano, nello specifico, le immunoglobuline che possono essere di due tipi: IgG e IgM. Le prime sono quelle che si verificano dopo un po’ di tempo e indicano che la persona potrebbe essere immune al virus mentre le seconde indicano che l’infezione è ancora in atto – ha spiegato nel dettaglio il presidente dell’Ordine di Macerata -. Tutto è stato possibile grazie alla collaborazione della direttrice del laboratorio analisi dell’Area Vasta 3, la dottoressa Clelia Perfetti, del primario di Malattie Infettive Alessandro Chiodera e del direttore dell’Area Vasta 3 Alessandro Maccioni».

«Non dimentichiamo poi l’importanza delle Unità speciali di continuità assistenziale – al momento in provincia sono tre quelle operative, dalle 8 alle 20 – che stanno facendo un importante lavoro per monitorare la situazione e analizzare i singoli casi» ha concluso il presidente Mari.