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Coronavirus, all’Usca di Osimo si continua a lavorare: il punto del medico coordinatore

Il dottor Guido Sampaolo dell'Unità speciale di Osimo Stazione, che assiste i contagiati di Covi-19 a casa: «Non si riduce il numero dei morti»

L'Unità dell'Usca
L'Unità dell'Usca

OSIMO – Le Usca, acronimo di unità speciali di continuità assistenziale, sono squadre formate da medici di famiglia e guardie mediche con il compito di individuare e assistere le persone affette da Coronavirus direttamente a casa loro. Il dottor Guido Sampaolo, osimano, è tra i coordinatori delle tre unità del distretto a Sud di Ancona che agiscono nei Comuni della Valmusone e coprono una popolazione di circa 80mila abitanti, Osimo, Castelfidardo, Loreto, Camerano, Numana, Sirolo e Offagna, con sede alla stazione di Osimo.

Oggi dal medico arriva un importante aggiornamento: «Il numero delle persone che contraggono il contagio si sta riducendo, il numero dei malati pure ma non si riduce il numero dei morti. Ieri è deceduto un mio paziente. Era stato ricoverato in terapia intensiva ed era stato dimesso “guarito” appena una settimana fa ma ieri una improvvisa recidiva di polmonite l’ha condotto allo shock settico e al decesso in poche ore. Le sue difese immunitarie erano state distrutte da Covid-19. Abbiamo una certezza, purtroppo: il mostro continua ad uccidere.

Temiamo che un allentamento incauto delle misure di contenimento sociale (ad esempio: la ripresa dei campionati di sport a squadre) possa far ripartire i contagi e con essi il numero dei malati e dei decessi. Noi continuiamo a lavorare on la speranza che l’impegno delle Unità speciali di continuità assistenziale consenta di intercettare la malattia e “prenderci cura” delle persone nel loro domicilio, nella loro singolarità e umanità. Quando questo momento sarà passato non dobbiamo tornare indietro ma dobbiamo porre più attenzione alla salute, all’igiene, all’alimentazione, alla lotta contro la povertà, all’istruzione, al lavoro, alla cura del creato e al lavoro».