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Fabriano: Whirlpool non demorde sulla riapertura, ma rinvia la decisione di 24 ore

Le aziende del fabrianese in fermento dopo l'ultimo decreto governativo per contenere il Coronavirus. La Faber ha ufficializzato ai propri dipendenti di non riaprire lo stabilimento di Sassoferrato fino al 3 maggio compreso, «salvo diverse disposizioni di legge»

Whirlpool

FABRIANO – Whirlpool rimanda di un giorno la decisione se riaprire o meno gli stabilimenti italiani. La Faber, invece, ha ufficializzato ai propri dipendenti di voler rispettare il decreto del governo Conte e non riaprire lo stabilimento di Sassoferrato fino al prossimo 3 maggio compreso, «salvo diverse disposizioni di legge»: questa la comunicazione giunta ai lavoratori. Elica ed Electrolux sulla stessa lunghezza d’onda.
Riaperto oggi, invece, lo stabilimento di Albacina della Ariston Thermo Group, multinazionale attiva nel settore dei termosanitari che aveva già riavviato i siti di Genga, Arcevia e Cerreto nella settimana prima di Pasqua.

È stato un giorno di riunioni febbrili fra i vertici delle “Big” di Fabriano al fine di prendere la decisione se derogare o meno rispetto all’ultimo decreto del governo Conte e riavviare gli stabilimenti. Il codice Ateco relativo agli elettrodomestici non è stato inserito nel Dpcm e, quindi, ufficialmente non si tratta di una produzione strategica per l’Italia. Ma si può inviare autocertificazione in Prefettura e, con la formula del silenzio-assenso, ripartire. In attesa di eventuali controlli.

È proprio sfruttando questo meccanismo che Whirlpool, Elica, Electrolux e Faber avrebbero voluto riavviare la produzione in questa settimana. Però, per le tre multinazionali delle cappe, l’ipotesi sembra essere tramontata in maniera definitiva. Anche la Faber, infatti, si è allineata ad Elica ed Electrolux. Tutto chiuso fino al 3 maggio compreso e tutte in attesa di un cenno dal premier Conte, magari già dalla prossima settimana.

Whirlpool, invece, non demorde. Intende riaprire, ma si è concessa altre 24 ore di tempo per la decisione finale, spostando a giovedì 16 aprile la data giusta per riavviare gli stabilimenti di Melano a Fabriano e quello di Comunanza, in provincia di Ascoli Piceno. Inizialmente, il programma prevedeva la riapertura per domani, ma questa mattina si sono susseguite le riunioni – ovviamente virtuali – interne ed esterne con le parti sociali. Alla fine, dal comitato interno, istituito per far fronte all’emergenza Covid-19 e pianificare tutte le misure di sicurezza per i lavoratori, si è deciso di rinviare di un giorno la decisione. Vale a dire, entro domani si saprà se il 16 aprile, data comunicata a tutti gli operai italiani della multinazionale americana, sia quella giusta per tornare a produrre elettrodomestici. Plaudono i sindacati e sono pronti, domani mattina, a tornare a trattare «per la sicurezza della salute dei lavoratori».

La Fiom, intanto, invoca l’invio di controlli dalla Prefettura di Ancona per ovviare al meccanismo del silenzio-assenso. «Chiediamo attente verifiche, così come riteniamo indispensabile coordinare gli enti ispettivi per verifiche delle condizioni di sicurezza per la salute delle persone che rientrano nelle aziende, attraverso l’applicazione e l’estensione del protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto ed il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro», si legge nella nota a firma della segreteria di Ancona del sindacato di categoria.