ANCONA – C’è il caso di una multiservizi di Fano alla quale viene contestato un danno all’Erario per oltre un milione di euro, poi c’è il caso di un tabaccaio di Ancona dove una sentenza di secondo grado ha ribaltato il giudizio espresso in primo grado (che aveva assolto l’imputato) condannando il commerciante, oggi fuggito all’estero, al pagamento di 1 milione di euro per giocate al lotto effettuate ma non saldate. E ancora un carabiniere condannato per falso e peculato perché si è intascato una somma sequestrata di oltre 55mila euro. Due poliziotti della stradale di Senigallia sono stati condannati per danno all’immagine per aver indotto un privato a dare loro buoni carburante. Ad un ausiliario del traffico del Comune di Porto Recanati è stato contestato di aver alterato 540 avvisi di multe provocando un danno alle casse comunali di quasi 10mila euro. Sul tavolo della magistratura contabile anche 35 inchieste per il terremoto, la vicenda Aerdorica, le spese facili in Regione, e dipendenti Asur in servizio al Cup che si sono intascati i pagamenti delle visite, tra Ancona e Ascoli, nell’ambito dell’Area Vasta 2 e 5.
Questi i dati salienti dell’attività 2017 della Corte dei Conti resi noti oggi durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario dove hanno relazionato il procuratore regionale Giuseppe De Rosa, il presidente della sezione regionale di controllo Maurizio Mirabella e il presidente della sezione giurisdizionale regionale Vincenzo Maria Pergola.
«Laddove si colpisce – ha commentato Giuseppe De Rosa, procuratore regionale – c’è poi il problema di recuperare il denaro. Dal 1994 ad oggi infatti devono essere ancora riscossi crediti per oltre 22 milioni di euro». Il 2017 ha visto incamerare somme solo per 184.409,12 euro.
Quello del recupero non è l’unica criticità ravvisata da De Rosa. «Il dato terrificante che abbiamo – ha aggiunto il procuratore – sono anche i giorni che passano, in media, tra l’apertura di un fascicolo e la citazione a giudizio. Sono 1.178 giorni. Tempi lunghi quindi per questioni da portare avanti al giudice. Poi c’è la giustizia random, ogni tanto prende qualcuno. Attualmente, dai soggetti condannati, per lo più sono nullatenenti, il recupero medio al mese è di 150 euro».
Nel 2017 sono state avviate 896 nuove istruttorie di cui 218 segnalate da privati cittadini e 36 da organi di stampa. I fascicoli pendenti in procura sono 258 e riguardano in particolar modo le truffe (58) e l’indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato e degli Enti pubblici.
I CASI PRINCIPALI. Il più eclatante vede una Multiservizi per i rifiuti, di Fano, con 9.194.670,69 euro di danni contestati alle casse dell’Erario. Un caso esploso a luglio 2017 che coinvolge 15 persone più il sindaco. I fatti contestati però risalgono al 2010. Il tabaccaio di Ancona era quello alla Palombella. In procinto di vendere l’attività aveva dato le chiave al nuovo acquirente che in una notte aveva effettuato centinaia di giocate al lotto senza pagarle. Le giocate aveva comportato delle vincite, in parte pagate ma poi stoppate perché appunto ritenute anomale. In secondo grado è stato condannato a pagare 1 milione di euro. Soldi difficilmente recuperabili perché il commerciante è irrintracciabile in Italia ed è fuggito all’estero. Poi c’è il caso del funzionario Erap (leggi l’articolo) che si intascava gli affitti delle case popolari, ad Ancona.
IL TERREMOTO. «Gli eventi sismici – ha detto Maurizio Mirabella, presidente della sezione regionale di controllo della Corte dei Conti – hanno duramente colpito gran parte dei territorio marchigiano. Sono state ravvisate gravi criticità in ordine alla tempistica di consegna delle strutture abitative d’emergenza (le Sae). Al 31 dicembre 2017 risultano assegnate soltanto 824 unità immobiliari su 1.856. Questa sessione si riserva di valutare le motivazioni di tale considerevole ritardo». La Procura regionale della Corte dei Conti ha aperto 35 istruttorie per vicende legate al terremoto che ha colpito le Marche. Una riguarda la caserma dei carabinieri di Camerano, di nuova costruzione e rimasta lesionata. Un’altra riguarda una scuola materna di Pesaro ed è relativa a certificazioni false, in seno di costruzione dell’immobile, per le attestazioni antisismiche.