I sindaci dei dieci comuni firmatari (Montecassiano, Treia, Montelupone, Montecosaro, Caldarola, Monte San Giusto, Pollenza, Porto Recanati, Montefano e Colmurano) dopo un confronto hanno redatto un documento, per non aver condiviso le scelte avallate dalla maggioranza politica che ha eletto l’attuale Cda del Cosmari e che non sono stati coinvolti nei passaggi fondamentali sul futuro dell’azienda. Il Cda ha portato un elaborato che presenta scelte e prospettive decisamente preoccupanti rispetto al futuro dell’azienda Cosmari.
I punti più critici, secondo i sindaci dei comuni, riguardano l’evoluzione dell’organizzazione di raccolta, la rinuncia alla realizzazione dell’impianto di recupero pannolini finanziato dal PNRR, la sostanziale rinuncia alla realizzazione dell’impianto di digestione anaerobica, che pur non essendo espressamente dichiarata, di fatto è stata indirizzata su un binario morto dall’attuale Cda, la situazione relativa alla discarica di appoggio ed il programma di investimenti previsti da 100 milioni.
«Un chiaro messaggio all’esterno di una società sull’orlo del dissesto finanziario – si legge nel documento di otto pagine – , che non è e non sarà in grado di portare avanti le scelte che l’attendono, aprendo così la strada a soggetti privati che si presenteranno quali “benefattori” pronti a coprire gli oltre 100 milioni di investimento previsti e a rimettere in carreggiata una società con un bilancio insostenibile».
Al termine del lungo documento stilato si richiede di: «Avviare un confronto tra i comuni, le forze politiche e le aree territoriali presenti in assemblea per il ritorno alla gestione unitaria della società secondo il metodo adottato in precedenza, di dare mandato al Comitato del Controllo Analogo di procedere ad un esame dettagliato e puntuale degli argomenti riportati nel presente documento e nella relazione del Presidente presentata nella stessa assemblea».