ANCONA – No al 41-bis per Alfredo Cospito e no più, in generale, a questo regime carcerario e all’ergastolo ostativo per tutti i detenuti. È la richiesta lanciata nel tardo pomeriggio di oggi ad Ancona nel corso della manifestazione promossa dalla Rivista «di lotta e critica del territorio» Malamente.
I manifestanti, una quarantina circa, si sono dati appuntamento alle 18, in piazza Roma per un sit-in di protesta. Un’iniziativa che segue altre manifestazioni nazionali contro il regime carcerario 41-bis e l’ergastolo ostativo. «Fuori Alfredo dal 41-bis», hanno chiesto più volte a megafono, raccontando la storia del detenuto in sciopero della fame da più di 100 giorni.
In particolare, è stato spiegato a megafono che Alfredo Cospito è stato «condannato per strage per due rudimentali ordigni che non hanno causato né morti né feriti» e che in seguito allo sciopero della fame «le sue condizioni si aggravano di ora in ora: ha perso oltre 40 kg ed è costretto sulla sedia a rotelle».
«Vogliamo portare la nostra solidarietà al detenuto anarchico Alfredo Cospito – dice Luigi Balsamini della Rivista Malamente – e chiedere che cessi in maniera definitiva per tutti i detenuti il 41-bis, un regime carcerario che è una tortura per chi vi è sottoposto».
La richiesta lanciata da Ancona è stata quella di «riconsiderare urgentemente il caso di Cospito – dice Balsamini – e che si avvii una riflessione critica sul regime 41bis, in prospettiva che si possa iniziare almeno a discutere dell’opportunità di liberarsi dal carcere in ogni sua forma, per una società che non ne abbia più bisogno».
Nel corso della manifestazione, alla quale hanno preso parte esponenti anarchici, Usi-Cit e militanti antifascisti, si è levata una presa di posizione contro le politiche del governo di «destra» e una critica verso i giornalisti. I manifestanti si sono poi spostati in corteo lungo corso Garibaldi per arrivare fino a piazza della Repubblica: qui i manifestanti, in gruppo ancora più nutrito di prima, si sono posizionati di fonte al palazzo che ospita la sede della Rai, davanti al Teatro delle Muse, dove hanno steso a terra lo striscione portato in corteo.
In Piazza della Repubblica si è svolto un ulteriore sit-in, presidiato dalle forze dell’ordine (Polizia e Carabinieri) e dalla Polizia Locale di Ancona. Durante il corteo sono stati accesi alcuni fumogeni colorati: la manifestazione si è svola in maniera pacifica e senza disordini. A megafono i manifestanti hanno annunciato ulteriori iniziative in solidarietà a Cospito.
Secondo i promotori della protesta il 41-bis porta ad un «lento annientamento fisico e psicologico» dei detenuti: in Italia stando alla Rivista Malamente vi sono condannati «circa 700 detenuti». Una misura, hanno spiegato, che si traduce nel «rimanere chiuso ventidue ore al giorno in una cella singola, dividere due ore con al massimo altri quattro detenuti, avere diritto a un solo colloquio al mese con i familiari senza contatti e con vetro divisorio a tutta altezza, niente giornali, niente televisione, controllo e censura della corrispondenza in entrata e in uscita, limitatissimi i pacchi dall’esterno così come i libri che si possono tenere in cella. Significa essere condannati a tempo indeterminato a parlare con il muro e a non vedere un filo d’erba».
Lo sciopero della fame di Cospito «ha sollevato il velo» su quella che gli organizzatori della manifestazione definiscono «una vera e propria tortura democratica».