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Covid-19 e montagna: «No a percorsi difficili e ritrovi, sì a mascherine e gel igienizzanti»

Tarcisio Porto, presidente del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico Marche: «Il virus non è ancora sparito; non cerchiamo di eludere le norme e manteniamo la massima responsabilità»

Passeggiate individuali in montagna nella Fase 2: «Ripartiamo con cautela e con la massima responsabilità; il Covid-19 non è ancora sparito». Nell’ottica di un’emergenza sanitaria ancora in atto, anche per la corretta fruizione della montagna è importante seguire il decalogo delle regole di sicurezza del CAI attualizzandolo ai rischi dell’emergenza sanitaria. Come sottolinea il Soccorso Alpino e Speleologico, dopo mesi di allenamento ridotto le capacità di sforzo e di concentrazione sono ridotte anche se la montagna non è cambiata.

«È importante quindi ricominciare piano piano – dato che siamo fuori allenamento – e quindi scegliere percorsi facili, brevi e chiari – sottolinea il presidente CNSAS (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico) Marche Tarcisio Porto -. Per intenderci ci sono sentieri meno pericolosi di altri quindi non andiamoci a infilare in percorsi difficili soprattutto in questi giorni in cui è arrivata anche una perturbazione e la nebbia si è abbassata».

Di pari passo va anche la pianificazione dell’uscita fuori porta comunicando i percorsi e le intenzioni a persone fidate che possono effettuare le opportune verifiche di rientro; il consiglio è di attivare, se possibile, anche le app di tracciamento come ad esempio GeoRescue.

«Si consiglia quindi di portare sempre il proprio cellulare come ugualmente una power-bank che potrebbe essere utile nel caso in cui si rimanga fuori per un lungo periodo – ha aggiunto il presidente regionale -. E poi raccomandiamo di avere sempre una piccola torcia frontale e tutto il materiale che serve in questa Fase 2 quando si esce fuori casa quindi mascherina, guanti e gel disinfettante perché mentre si va in montagna c’è la possibilità di incontrare qualcuno che può avere bisogno di un aiuto e perché in questo momento di emergenza sanitaria dobbiamo capire che proteggersi deve diventare una abitudine».

Il Soccorso Alpino ricorda anche che, prima di partire, è consigliabile misurarsi sempre la temperatura e non uscire se si rileva febbre anche bassa. «Inoltre evitiamo di aggirare la norma facendo sì che una passeggiata individuale si trasformi in una camminata in compagnia credendo, erroneamente, che il ritrovo in montagna possa essere un modo per eludere le norme nazionali; proprio in tal senso i volontari del Soccorso Alpino, nonostante non siano operatori di Polizia, monitorano e vigilano costantemente le zone montane» ha aggiunto il presidente.

«In questo periodo storico la montagna torna a essere un luogo di pace e di tranquillità. Tutti vogliono recuperare il piacere di poter fare la propria vacanza serenamente e senza la paura dei contagi e in tal senso la montagna rappresenta una zona “pulita” dove il Covid ha attecchito meno. Se ce la giochiamo bene, dopo il dramma del sisma del 2016, saremo in grado di far ripopolare questi fantastici luoghi; ci stiamo già confrontando con il CAI regionale ma anche nazionale per rendere sempre più attrattive queste zone e mettere in campo tutte le azioni possibili. Un recupero che però dovrà avvenire con calma e prudenza; andare in montagna non deve rappresentare un problema quindi andiamoci con i piedi e con la testa» ha concluso Porto.