OSIMO – E’ infuocato il dibattito osimano sulla sanità. Sono diversi i temi sul piatto, dal paventato smantellamento dell’ospedale “Ss. Benvenuto e Rocco” con l’inaugurazione del nuovo nosocomio all’Aspio di Camerano fino alla nascita della Casa della salute in periferia, fatto che non piace alla maggioranza Pd. Nel frattempo il Covid non molla la presa e, anche se lo stato di emergenza sta per scadere (31 marzo), c’è comunque bisogno di assistenza domiciliare e non solo per i casi più gravi e per le persone sole. Sarebbe a rischio la sopravvivenza delle Usca che, con la fine dell’emergenza sanitaria appunto, potrebbero cessare la loro funzione, rivestita dalle prime settimane della pandemia. La Regione Marche dovrebbe prorogare il servizio fino a fine settembre ma al momento non sono giunte informazioni al personale del centro.
L’attività dell’Usca
Il dottor Achille Ginnetti, tra i coordinatori dell’Usca di Osimo Stazione che “guarda” a tutta la vallata del Musone, riporta i numeri del prezioso operato dell’unità speciale di continuità assistenziale: da aprile 2020 ad oggi ha servito un bacino di utenza di 90mila persone, in più il sistema di residenzialità (Lega del filo d’oro, case di riposo e rsa) per oltre tremila posti letto. Sono stati eseguiti più di 26mila e 500 tamponi, visitate oltre ottomila persone. Il 97 per cento dei pazienti è stato curato a domicilio. «Anche se lo stato di emergenza cesserà, i casi Covid non smetteranno di esistere quindi domiciliarità e diagnostica precoce dovranno essere gli obiettivi principali per assicurare assistenza e cura», dice Ginnetti, che riveste anche il ruolo di consigliere comunale di Progetto Osimo futura. Si attendono lumi, anche se la data fatidica si avvicina e si avverte una recrudescenza dei contagi, seppur non troppo gravi. Rumors di palazzo parlano della proroga appunto ma nulla ancora è deciso.