ANCONA – Crac Banca Marche, ammesse tutte le costituzioni di parti civili: 2.800 risparmiatori, associazioni e il Comune di Jesi. Lo ha deciso il giudice Carlo Cimini, nell’udienza preliminare fiume di oggi, al tribunale dorico, durata quasi 5 ore. In aula non sono mancati applausi di azionisti e obbligazionisti, che hanno perso i propri risparmi nella bancarotta dell’istituto di credito marchigiano, un default di un miliardo di euro. Contrariamente all’udienza di novembre (leggi l’articolo), i risparmiatori sono stati lasciati. In concomitanza con le arringhe degli avvocati hanno applaudito, rischiando anche l’uscita dall’aula (l’udienza era a porte chiuse). Per la citazione come responsabile civile è stata ammessa solo la vecchia Banca Marche in liquidazione e non Ubi, la banca che ha acquistato la Nuova Banca Marche sorta dopo la risoluzione del vecchio istituto di credito.
Tra gli ammessi di costituzione di parte civile, che sperano quindi di riavere i soldi persi, non ci sono solo azionisti e obbligazionisti ma c’è anche Bankitalia. Sarà parte civile nel procedimento che vede imputati 16 persone tra ex dirigenti, ex amministratori e sindaci revisori (oggi tutti assenti in aula ad eccezione di Giuseppe Paci, capo servizio concessione crediti BM dal 2005 al 2013 e Massimo Battistelli, capo area crediti Banca Marche dal 2005 al 2011) che dovranno rispondere dei reati che vanno dalla bancarotta a false comunicazioni societarie e falso in prospetto.
«Siamo particolarmente soddisfatti dell’ammissione di parte civile per i tanti azionisti e obbligazionisti che stiamo seguendo da oltre tre anni – commenta l’avvocato Corrado Canafoglia che tutela 2.683 tra azionisti e obbligazionisti per conto dell’Unione Nazionale Consumatori – e siamo soddisfatti che sia stata individuata Banca delle Marche come responsabile civile. Siamo pronti, da domani mattina, a metterci al tavolo delle trattative con il professore Inzitari, il commissario liquidatore della vecchia Banca Marche, anche considerando che non vale in questa fase il segreto d’ufficio imposto dal decreto salvabanche». Oltre all’Unione Nazionale Consumatori, come associazioni parti civili, ci sono anche l’Adiconsum, l’Adusbef, la Federcosumatori, il Codacons e l’Acu. L’udienza riprenderà il 13 febbraio per finire il 27 marzo quando verrà emessa la sentenza del gup.