Nuovo capitolo nella lunga attesa di ristoro da parte dei risparmiatori azzerati dal crac di banca Marche e di altri istituti di credito liquidati dal cosiddetto “decreto salva banche” del novembre 2015.
Ieri, a sorpresa, nell’ultima bozza del decreto crescita del Governo è saltato l’articolo dedicato al Fondo di indennizzo risparmiatori, ma la pratica torna oggi in Consiglio dei Ministri ed entro breve – promettono da Palazzo Chigi – dovrebbero partire il decreto attuativo atteso per regolare le modalità dei rimborsi in favore dei risparmiatori coinvolti nelle crisi di Banca Etruria, Banca Marche, Carchieti, CariFerrara e le popolari venete. Il Fondo di ristoro per i risparmiatori da 1,5 miliardi in tre anni è stato varato con la legge di bilancio.
Da mesi sul tavolo del Ministro Giovanni Tria, la questione del decreto attuativo del Fondo ristoro non è di facile soluzione. Il punto è capire quali risparmiatori potranno accedere al Fondo previsto nella legge di Bilancio. I 5 stelle vorrebbero mantenere ristori automatici per tutti (30% agli azionisti, 95% agli obbligazionisti) ma a questa ipotesi l’Europa ha già replicato che bisogna valutare caso per caso. Si sta così studiando una formula per procedere con i rimborsi senza rischiare di incorrere nella procedura d’infrazione Ue e per mettere al riparo i funzionari del Ministero dell’Economia e delle Finanze da eventuali procedimenti della Corte dei Conti che potrebbero scattare in caso di ristoro con denaro pubblico senza una sentenza o un arbitrato che attestino la frode. La proposta è quella di dare soldi subito a coloro che hanno un Isee sotto i 35mila euro ed istituire una commissione ad hoc per valutare gli altri casi. Una ipotesi che non a tutti piace.
Saranno forse ‘solo’ problemi tecnici, ma anche il clima politico incandescente non giova, con la maggioranza giallo verde che cerca nuovi equilibri in vista delle elezioni europee. Le associazioni dei risparmiatori, stanche dell’attesa, annunciano battaglia. «Siamo ad aprile ma i Decreti che dovevano essere emanati dal Governo entro il 30 gennaio per dare il via libera al fondo di ristoro per i risparmiatori truffati ancora non sono stati approvati», fa sapere Federconsumatori che ha organizzato per sabato 6 aprile, un presidio davanti alla Prefettura di Ancona, in piazza del Plebiscito, dalle 9,30 alle 12, per richiedere lo sblocco del fondo di ristoro e per rappresentare al Prefetto «il disagio e la rabbia dei molti risparmiatori marchigiani truffati dalla banca delle Marche». Il presidio interesserà tutte le città principalmente coinvolte dai crac bancari (Vicenza, Treviso, Arezzo, Ancona, Ferrara, Udine), e davanti alle Prefetture i risparmiatori chiederanno pubblicamente al Governo «che fine hanno fatto le promesse profuse in campagna elettorale». «Basta con le rassicurazioni ed i continui rinvii – ha dichiarato Emilio Viafora, presidente della Federconsumatori – È giunto il momento di varare il fondo di ristoro, stando però ben attenti a disporre misure che non vadano in contrasto con le disposizioni dell’Europa in materia. Andare avanti senza tener conto di tali misure significherebbe prendere ulteriormente in giro i cittadini, varando una misura con la consapevolezza che possa essere contestata. Non vorremmo –che questo continuo procrastinare i Decreti rappresenti solo una malcelata intenzione di posticipare il varo fino a farlo coincidere con la campagna elettorale per le elezioni europee. Un tentativo bieco di carpire consensi, a cui i risparmiatori non crederanno».
A gran voce, torna a chiedere il varo del decreto attuativo anche l’avvocato Corrado Canafoglia dell’Unione Nazionale Consumatori; l’avvocato è tra componenti la cabina di regia voluta dal Ministero dell’Economia e Finanze per studiare le modalità di partecipazione al fondo ristoro annunciato dal Governo, dei risparmiatori beffati dai casi Banca Marche, CariFerrara, CariChieti, Banca Etruria, Veneto Banca e Popolare di Vicenza. «È ora di finirsela con questi teatrini della politica. I rappresentanti dei consumatori insieme ai rappresentanti del ministero nelle persone dei sottosegretari e dei dirigenti del ministero hanno elaborato un documento confluito prima nella legge finanziaria 2019 e poi nella bozza del decreto attuativo. Non vi è alcun rischio di impugnazione da parte della Comunità Europea perché non c’è un aiuto di stato. Nel caso di fondo ristoro non vi è questo rischio perché l’aiuto di stato riguarda le imprese non i singoli risparmiatori che sono cittadini che hanno subito un danno dal sistema banche».