ANCONA – Verranno sentiti dal gip con la formula dell’incidente probatorio i tre operai rimasti feriti dopo il crollo del ponte sull’A 14, il 9 marzo scorso, poco dopo il casello di Ancona sud. Una richiesta fatta dal pm Irene Bilotta, titolare dell’inchiesta che ha portato fino a qui a 42 persone indagate per disastro colposo, omicidio colposo e lesioni colpose. Nel dettaglio quattro società e 38 persone fisiche. I tre dipendenti della Delabech, tutti rumeni ma residenti nel Lazio, compariranno davanti al giudice nell’udienza fissata per il 7 novembre. Dai loro racconti si cercherà di avere un quadro dettagliato di quanto è accaduto quella mattina sul cavalcavia, posizionato su dei martinetti prima del crollo. Il cedimento provocò la morte dei coniugi ascolani, Emidio Diomede e la moglie Antonella Viviani, che stavano passando sotto il cavalcavia, diretti all’ospedale di Torrette per una visita medica. La struttura di cemento si inclinò prima da un lato poi dall’altro, piombando su tutta la carreggiata autostradale, su entrambe le corsie di marcia.
Il ponte intanto è stato dissequestrato dal 29 giugno, per ordine della procura che attende le perizie dei ctu per la ricostruzione delle cause che hanno portato al crollo del troncone. Restano sotto sequestro solo i due monconi, ancora in autostrada, che attendono di essere portati all’interno di un deposito fino alla fine dell’inchiesta. I blocchi dovranno essere tagliati e portati via per liberare la sede stradale e permettere il proseguimento dei lavoro in autostrada. Una procedura che spetta alla società Autostrade. Sempre questa estate sono stati effettuati sopralluoghi in A 14 con i periti nominati dagli indagati.