CASTELFIDARDO – La presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro Camilla Fabbri (Pd) aveva disposto la relazione sul crollo del ponte lungo l’A14, tra i caselli di Ancona sud e Loreto-Porto Recanati, che il 9 marzo scorso provocò la morte dei coniugi Diomede. Ieri, 1 agosto, è stata approvata.
La Commissione ha stilato le conclusioni suddividendole in tre punti: «In primo luogo si deve rilevare che anche in questo caso la catena degli appalti, dei subappalti, dell’affidamento e dell’esecuzione dei lavori nei cantieri edili si rivela ancora una volta il punto debole della programmazione e progettazione della sicurezza – dice -. In secondo luogo la progettazione e l’esecuzione costituiscono momenti integranti la sicurezza del lavoro e qui c’è la dimostrazione tragica che gli adempimenti in materia nei cantieri edili sono impostati come espressione burocratica di oneri formali senza considerare che una vera pianificazione della sicurezza esige il rispetto anche della vita esterna al cantiere edile che può essere messa in pericolo dalla sua gestione, come purtroppo è accaduto nel caso concreto. L’esempio negativo del crollo del ponte 167 dimostra il coinvolgimento e la politica della sicurezza da parte delle imprese contraenti l’appalto e il subappalto e quindi un coinvolgimento diretto per la responsabilità amministrativa degli enti».
Si è sbloccata in parallelo, dopo le polemiche iniziali, la questione di via Giolitti, ex via delle Industrie, l’arteria di proprietà del comune di Castelfidardo che corre parallela alla statale 16 fino all’intersezione con via Agnelli che invece è sul territorio di Osimo. Aperto da qualche ora il cantiere che nel giro di una manciata di giorni porterà alla sistemazione urgente di una strada divenuta strategica per decongestionare il traffico nella zona interessata dal crollo del cavalcavia sull’autostrada A14.
Nella pratica i lavori consistono nella “scarificazione” delle banchine laterali per allargare la sede e nell’asfaltatura a regola d’arte con la posa in opera di uno strato di conglomerato bitumoso, di tipo binder per un chilometro e 200 metri di lunghezza e cinque metri di larghezza. Via Giolitti sarà quindi percorribile a due corsie grazie alla sistemazione delle banchine e del manto stradale. La circolazione sulla “nuova” strada rimarrà comunque interdetta ai mezzi superiori a tre tonnellate e mezzo. Il sindaco Roberto Ascani si era mosso immediatamente, dopo la caduta del ponte del 9 marzo scorso, valutando sia un intervento diretto del Comune di Castelfidardo in completa autonomia e a proprie spese, sia coinvolgendo le autorità che insistono sul territorio, scrivendo già il 9 aprile a tutti gli enti interessati proponendo soluzioni concrete e rapide. L’unica risposta positiva è arrivata dalla Società Autostrade che, dopo un lungo pressing dell’Amministrazione Comunale, tramite la consociata Pavimental, si è impegnata a realizzare a suo totale carico questa opera progettata dall’ufficio tecnico comunale, superando numerose lungaggini burocratiche e comprendendo il reale disagio del traffico locale che gravita attorno a una notevole area industrializzata.
«Finalmente riusciamo a dare una risposta concreta a una situazione che, con la stagione estiva e il flusso di turisti nella Riviera del Conero, rischia di diventare sempre più critica – spiega il sindaco Roberto Ascani -. In attesa del dissequestro del ponte la sistemazione di via Giolitti offre una valida alternativa ad automobilisti, mezzi di soccorso e lavoratori costretti in questi mesi a estenuanti code sotto il sole. Ringraziamo l’ingegner Giovanni Scotto Lavina di Autostrade per l’Italia, con cui abbiamo instaurato una fattiva collaborazione, per aver dato seguito all’impegno preso verbalmente nelle scorse settimane». Sull’argomento si era mosso in maniera unitaria anche il Consiglio Comunale sollecitando una soluzione tempestiva.