Sono questi i numeri dell’Operazione “Anubi”, condotta dai finanzieri della Tenenza di Camerino a partire dai primi mesi di erogazione del Contributo di Autonoma Sistemazione. Già i primi accertamenti avevano fatto emergere delle anomalie, facendo scattare un campanello d’allarme ed innescare una capillare rete di controlli sulle istanze presentate. Anomalie per lo più legate al fatto che molti dei Comuni inseriti nel “cratere” sismico sono mete turistiche e di villeggiatura, sia estive che invernali, con la conseguente presenza di numerose seconde case, vissute solamente per brevi periodi dell’anno da persone aventi, in realtà, la dimora e gli interessi principali in altre località, in Italia o all’estero. In questo contesto ha avuto inizio l’operazione con l’esame di autodichiarazioni e riscontro dei dati dichiarati dai singoli richiedenti il contributo con indagini di polizia giudiziaria, dapprima di iniziativa e successivamente coordinate dal Procuratore della Repubblica di Macerata Giovanni Giorgio.
L’esito delle indagini
Secondo la guardia di finanza molti soggetti hanno dichiarato di essere in possesso dei requisiti normativamente previsti, e quindi di essere stati costretti a trovare una nuova sistemazione alloggiativa, in quanto la propria era inagibile a causa del sisma.
Tutto falso. In realtà già da prima degli eventi sismici del 2016, alcuni vivevano e lavoravano in altre località o fuori regione; altri avevano concesso l’abitazione in locazione a studenti universitari e/o lavoratori; altri ancora, al fine di far lievitare il contributo, avevano inserito nella domanda la presenza di parenti che in realtà vivevano stabilmente già da diversi anni altrove (in alcuni casi all’estero) per motivi di lavoro o di studio. A questi vanno aggiunti, inoltre, coloro che hanno continuato a vivere stabilmente nella propria abitazione, pur dichiarando di alloggiare altrove.