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Furto a Posatora, la Squadra mobile arresta una rom 18enne

La giovane è stata arrestata ieri mattina dai poliziotti. Appartenente a una banda rom dedita ai furti, il 7 ottobre insieme ai suoi complici aveva svaligiato un appartamento a Posatora

ANCONA – Una ragazza 18enne nomade di origini rom è stata arrestata dai poliziotti della Squadra Mobile di Ancona. Appartenente ad una banda rom dedita ai furti in appartamenti e ville, la giovane il 7 ottobre insieme ai suoi complici aveva svaligiato un appartamento a Posatora. Ma gli agenti della Squadra Mobile di Ancona, sezione Reati contro il patrimonio, guidati da Carlo Pinto, l’hanno rintracciata e arrestata. Inoltre i poliziotti  hanno fermato la Fiat Punto con a bordo i tre criminali che stavano facendo un sopralluogo in zona Posatora, probabilmente per mettere a segno un altro furto, ma il conducente, maggiorenne da pochi giorni, non aveva ancora conseguito la patente di guida, per questo con l’ausilio della Polizia Stradale di Ancona, gli agenti hanno elevato una sanzione di 3.500 euro (5mila euro se non pagata entro 5 giorni) e hanno disposto il fermo amministrativo del mezzo. La banda aveva percorso l’autostrada per raggiungere Ancona, nonostante il conducente fosse sprovvisto di patente. La 18enne è stata collocata presso il carcere femminile di Villa Fastiggi a Pesaro.

La giovane all’inizio del mese di settembre, aveva patteggiato presso il Tribunale di Rovereto una pena ad 1 anno e 4 mesi di reclusione (più 800 euro di multa) per un furto in appartamento commesso nel Comune di Merano. Alla pena hanno contribuito anche i furti commessi quando era minorenne. Il Giudice per le Indagini Preliminari del posto, aveva applicato obbligo di dimora nel Comune di Merano. Ma nonostante la pena e la misura cautelare, la 18enne insieme ai suoi complici, aveva continuato a delinquere.

Il 9 settembre, sempre nel Comune di Trento, era stata nuovamente sorpresa in possesso di attrezzi atti allo scasso, denaro e altri oggetti sottratti poco prima da un appartamento. Il Gip di Trento le aveva aggravato la misura cautelare disponendo il carcere, nonostante la donna avesse un figlio. Ma anche questo non è bastato perché la donna ha continuato a commettere furti.

La tecnica utilizzata dal gruppo è sempre la stessa: un complice rimane a bordo di un’auto, altre due-tre persone fanno ingresso nell’appartamento forzandone serratura, porte o finestre per poi passare ad un’altra abitazione. Successivamente la banda si dà alla fuga dirigendosi in altre province.

Per entrare nelle abitazioni i criminali sono soliti utilizzare attrezzi atti allo scasso come cacciaviti, “piedi di porco” ecc, ma anche comuni fogli di plastica rigidi (come quelli utilizzati per le radiografie) che, inseriti nella porta, all’altezza della serratura, permette di aprirla (sempre che non sia stata data almeno una “mandata” alla serratura).