ANCONA – Si è svolta ad Ancona l’udienza a porte chiuse in merito al processo a carico di una 42enne di Senigallia per induzione e favoreggiamento della prostituzione di una giovane, all’epoca dei fatti minorenne, all’interno di un camper lungo la statale Adriatica. In aula sono state ascoltate cinque persone, tra cui alcuni amici della ragazza che hanno parlato in presenza sia dell’imputata difesa dall’avvocato Ruggero Tomasi, sia della madre della ragazza.
La vicenda, proprio per la giovane età della vittima indotta a prostituirsi, appena 16 anni, aveva destato molto scalpore a Senigallia: i fatti si riferiscono a episodi di prostituzione avvenuti all’interno di un camper in varie zone della città tra cui un parcheggio a fianco di un supermercato sulla statale Adriatica.
La donna era stata arrestata un anno fa, a fine marzo 2017, dai Carabinieri di Senigallia perché – stando a quanto afferma l’accusa – non solo aveva spinto la giovane alla prostituzione, ma le aveva dato disponibilità del proprio camper, le organizzava gli appuntamenti e forniva i contatti, oltre ad accompagnarla sul luogo dove avvenivano gli incontri con uomini di varie età e fascia sociale. La 42enne è accusata di aver anche pubblicizzato le prestazioni della giovane tramite inserzioni a pagamento su appositi siti di annunci hard.
I genitori – parte civile nel processo e rappresentati dagli avvocati Massimo Canonici e Stefania Frega, così come la giovane attraverso il suo legale, l’avv. Anna Vittoria Banzi – hanno chiesto un risarcimento di 100mila euro da devolvere alla Lega del Filo d’Oro di Osimo.
La prossima udienza si terrà il 22 marzo, quando verranno ascoltati gli ultimi testi come richiesto dal pubblico ministero Ruggiero Dicuonzo.