Forse razzismo, rabbia e desiderio di vendetta, potrebbero essere alla base della sparatoria che ieri ha seminato il panico a Macerata (Leggi l’articolo). Due episodi, quelli dell’omicidio di Pamela Mastropietro e della sparatoria di Macerata, accaduti a pochi giorni di distanza e che hanno portato la provincia marchigiana alla ribalta nazionale per la violenza che li ha caratterizzati. E proprio l’omicidio della giovane ragazza romana, ospite della comunità di recupero di Corridonia, potrebbe forse aver originato il gesto di Luca Traini, il 28 enne incensurato, incriminato per la sparatoria di ieri a Macerata. L’unico accusato del delitto di Pamela sarebbe al momento Innocent Oseghale, il 29enne nigeriano ritenuto il presunto colpevole che, dopo aver ucciso la ragazza e averla fatta a pezzi, ne avrebbe chiuso i resti in due trolley.
Un episodio raccapricciante che ha avuto una grande risonanza mediatica e che forse potrebbe aver acceso la rabbia in Luca Traini, singendolo a salire a bordo della sua auto e, pistola alla mano, a sparare contro un gruppo di immigrati africani, ferendone sei, dei quali uno versa in gravi condizioni all’Ospedale di Torrette, anche se non sembrerebbe al momento in pericolo di vita.
Traini con indosso una bandiera tricolore avrebbe salito i graditi del Monumento di Macerata, rivolgendo dall’alto il saluto fascista. Era stato candidato alle elezioni amministrative di Corridonia nel 2017 nelle file della Lega Nord. Accusato dalla Procura di Macerata di strage aggravata dal razzismo (fonte Ansa), Traini si trova ora in isolamento nel carcere di Montacuto ad Ancona, dove è rinchiuso anche il nigeriano accusato del delitto della giovane Pamela.
Un folle gesto, quello di Luca Traini, che potrebbe essere maturato in una cornice di vendetta e di disagio psichiatrico grave, come spiega Alessia Tombesi, psicoterapeuta familiare: «forse il fatto che si è verificato questo episodio di cronaca molto importante, l’uccisione di Pamela Mastropietro, della quale al momento è accusato un nigeriano, potrebbe aver agito da risonanza innescando una sorta di vendetta nei confronti della giovane ragazza. Una sete di vendetta che sarebbe andata a colpire gli immigrati, forse perché ritenuti da Traini più affini al presunto colpevole del delitto della ragazza romana. Si potrebbe ipotizzare anche, che alla base della sparatoria di Macerata, ci sia forse un disturbo psichiatrico grave, del quale potrebbe essere affetto Traini».
E la stessa intolleranza potrebbe forse aver portato su Facebook alla formazione del gruppo “Luca Traini presidente”, che inneggiava al giovane definendolo in alcuni post la “voce del popolo nobile” o affermando addirittura “hai fatto bene…dente per dente, occhio per occhio”. Gruppo che è stato segnalato e prontamente chiuso nel giro di poche ore dal social network.