PESARO – Statua del Lisippo, via alla petizione e alla raccolta firme per riaverlo. A dicembre la Cassazione ha rigettato anche l’ultimo ricorso del Getty Museum. Dunque via libera alla rogatoria internazionale per riavere la statua greca in Italia. Resta valido il provvedimento del giudice Gasparini che ordina la confisca «della statua denominata L’Atleta Vittorioso, attualmente detenuta al J P Getty Museum, ovunque essa si trovi» come corpo del reato di esportazione illecita dall’Italia, dopo il rinvenimento in fondo al mare da parte di un peschereccio di Fano nel 1964.
La statua attraversò varie vicissitudini e finì in America, al Getty Museum di Malibu.
L’Associazione Le Cento Città attraverso il suo compianto Presidente dell’epoca, Tullio Tonnini, insieme al professor Alberto Berardi, presentò nel 2007 l’esposto che diede il via all’iter giudiziario.
«La sentenza della Cassazione è stata dunque preceduta da ben tre Ordinanze, emesse da Giudici Italiani (pesaresi), che hanno statuito il diritto dell’Italia alla riconsegna della ridetta statua, accertandone la proprietà italiana sia in base alle norme italiane di diritto privato e pubblico – hanno spiegato in conferenza stampa i referenti dell’associazione L’arte in arte di Urbino – sia in base alle norme internazionali private e pubbliche, accertando inoltre la esportazione illecita e la totale mancanza di buona fede nella acquisizione della statua da parte del museo californiano. Il percorso giudiziario, decennale, complesso e svoltosi nel pieno contraddittorio delle parti ha quindi definitivamente accertato in modo inconfutabile la proprietà dello Stato Italiano sulla statua di immenso valore artistico a seguito del suo illecito trafugamento».
Attualmente si trova al Getty Villa Museum di Malibù, California (USA) che la detiene pertanto illecitamente. L’Autorità Giudiziaria Italiana ha già avanzato rogatoria, trasmessa il 05/07/2019 dal Ministero di Giustizia italiano al Dipartimento della Giustizia Statunitense con sede in Roma.
«A tutt’oggi non vi sono riscontri da parte del Paul Getty Trust alla chiara posizione della Autorità giudiziaria e dello Stato italiano. Risulta essere stata posta in essere dal Museo californiano una campagna anche mediatica di non corretta informazione sull’intera vicenda storica e giudiziaria, ciò che rende necessario e doveroso contrastare tale distorta ‘narrazione’ con fatti e documenti, interessando e coinvolgendo l’opinione pubblica, italiana ed internazionale».
Per queste ragioni è stato creato un sito internet interamente
dedicato all’Atleta Vittorioso di Lisippo in cui far emergere le ragioni culturali e di diritto poste alla base del rientro dell’opera in Italia. Inoltre all’interno del sito viene promossa una iniziativa di raccolta di firme (petizione) per rendere ancor più efficace l’azione prospettata.
«Nel nome del diritto di ogni opera d’arte, destinata alla fruizione in luogo pubblico, alla sua ricontestualizzazione storico-culturale, si chiede di sottoscrivere la petizione sul sito, a favore del rientro dell’opera in Italia, paese in cui lo scultore Lisippo ha vissuto ed operato per lungo tempo, creando due delle sue più grandi opere, l’Eracle e lo Zeus. I canoni scultorei del Lisippo hanno costituito un modello di riferimento nell’arte Italiana dall’epoca Romana fino al Rinascimento. Grazie all’iniziativa di un comitato promotore (l’associazione culturale L’Arte in Arte di Urbino) e ad un lavoro di rete che il sito promuove, i sostenitori credono che la sensibilizzazione sull’argomento possa arrecare un grande contributo all’impegno dello Stato Italiano per l’affermazione della proprietà italiana sull’opera e il rientro in patria della statua».
Per la petizione https://lisippoinitalia.it/