FABRIANO – Il teatro Gentile ha accolto ieri pomeriggio la seconda tappa del percorso verso gli 80 anni di Confindustria Ancona, appuntamento esclusivo in cui si è parlato di una tematica molto attuale: “Dalla scuola all’impresa: il valore delle competenze”, quindi capitale umano in azienda, fuga di cervelli, progettualità e giovani, competenze e rapporto tra il mondo della scuola e quello dell’impresa. Un punto di osservazione privilegiato insieme agli esperti sul tema delle risorse umane, affrontato da diversi punti di vista.
«La scelta di Fabriano come sede per trattare un tema cruciale come quello del capitale umano – ha detto Pierluigi Bocchini, Presidente di Confindustria Ancona – nasce dal fatto che proprio in questo territorio, grazie all’impegno dei nostri imprenditori e il supporto delle istituzioni, una su tutte la Fondazione Merloni, stanno nascendo progetti importanti rivolti alle nuove generazioni, che rappresentano indubbiamente il capitale umano del futuro. Vogliamo lanciare un messaggio positivo e di visione, pur consapevoli che il cambiamento in atto impatterà sulle nostre aziende anche in questo campo. Ecco perché dobbiamo essere pronti ad affrontarlo, cavalcando l’onda del cambiamento anziché lasciarci sommergere». Della figura importantissima di Vittorio Merloni e del suo contributo al tessuto economico del comprensorio ha parlato anche la sindaco Daniela Ghergo nel suo saluto iniziale, prima di cedere la parola all’assessore all’istruzione della Regione Marche Chiara Biondi: «Confindustria ha contribuito in maniera significativa allo sviluppo del nostro territorio con la sua vicinanza al mondo dell’impresa. Come Regione stiamo lavorando sull’orientamento scolastico e sulla didattica innovativa, perché i nostri ragazzi sono la nostra risorsa, il nostro capitale umano per il futuro». L’assessore ha lanciato anche il progetto pilota sull’intelligenza artificiale per il quale la Regione ha investito 1 milione di euro. «L’investimento dell’assessorato su questa partita – ha detto – è 16.450.000 euro e la strategia si basa su 4 punti: durata pluriennale degli interventi, qualificazione del personale docente, coinvolgimento delle famiglie e valorizzazione delle risorse sul territorio».
Il dibattito
Due momenti di dialogo e di confronti diversi, scanditi con diversi relatori dalle interviste condotte dal direttore del Corriere Adriatico Giancarlo Laurenzi. La prima tavola rotonda, su “Le competenze del futuro: scuola e impresa sono allineate?” ha visto un’analisi sui cambiamenti socioeconomici e tecnologici che impatteranno sulla gestione delle risorse umane in azienda e uno sguardo sulle competenze richieste oggi dalle aziende in rapporto a quelle che vengono proposte dall’attuale sistema scolastico. Ne ha parlato Sofia Campos (HR Director Cerved Group): «Per essere competitivi in un mondo che si evolve sempre più velocemente – ha detto – è fondamentale essere agili nello sport disimparare e imparare. Disimparare ciò che è diventato obsoleto e imparare nuove competenze».
«Sono tanti i fattori che impongono una seria riflessione circa le competenze di cui devono dotarsi le imprese per governarne e indirizzare il cambiamento – spiega poi Stefano Besana (partner Deloitte Consulting Area Human Capital) – parlo della rivoluzione digitale, dell’avvento della GenAl, dell’ingresso della GenZ nel mercato del lavoro e dei fenomeni socioeconomici che hanno accompagnato i new ways of working post pandemia: la great resignation, la disillusione, il quiet quitting, la mancanza di senso e il cambiamento della domanda e offerta, aggiungendo i cambiamenti valoriali cui stiamo assistendo. I trend Human Capital che osserviamo possono essere un’utile bussola per costruire imprese maggiormente a misura d’uomo e inclusive». «Oggi i ragazzi hanno la libertà di scegliere la propria strada – ha detto Francesco Merloni, 98 anni, acclamatissimo dalla platea – le competenze non sono solo quelle che si imparano a scuola, ma vengono richieste capacità diverse. E’ necessario approfondire, lo studio è la base fondante di ogni lavoro e ogni cosa, ma serve anche l’umiltà di poter fare il proprio lavoro insieme ad altri, confrontando competenze ed esperienze. La nostra industria progredirà perché a Fabriano ci sono molti giovani pieni di volontà e capacità».
La seconda tavola rotonda su “Il valore del capitale umano” ha visto la straordinaria partecipazione di Pupi Avati, regista e sceneggiatore di fama internazionale, autore tra le altre 54 pellicole di “Regalo di Natale”. «Chi ha alle spalle una gran parte della vita vissuta ha l’esperienza necessaria per minimizzare certi argomenti e puntare l’attenzione su altre come felicità e ambizione – ha detto Pupi Avati – questo Paese ha perso l’ambizione. La mancanza di ambizione di non aver avuto il coraggio di vivere una vita straordinaria li ha fottuti. Chi ha il piano B realizza solo il piano B. Perché non ci insegnano a realizzare la felicità? È giusto non aver paura, pensare a se stessi riguardo ai propri desideri veri». Pupi Avati ha anche parlato di leadership, di credibilità, di limiti. «Nelle scuole di recitazione quelle che danno di più sono le più timide, quelle che sono passate attraverso il dolore perché il dolore è una grande scuola di vita». Poi sul talento. «La differenza tra passione e talento andrebbe in qualche modo cercata con poca autoindulgenza dentro di noi – ha concluso Pupi Avati – per riuscire a dire veramente chi siamo, far coincidere quello che siamo con quello che facciamo. lo intendo per talento, per vocazione, la diversità, l’eccezionalità, la peculiarità che ognuno di noi rappresenta. Quelli che hanno fatto cose straordinarie hanno sognato di più, hanno osato di più e non hanno cercato solo la rassicurazione, hanno fatto coincidere il loro talento con la loro passione».
Al suo fianco due imprenditori di peso del nostro territorio: Francesco Casoli e Iginio Straffi, due storie aziendali e personali nelle quali il valore della persona è sempre stato centrale.
«Scuola e lavoro. Un binomio che è nel DNA della mia famiglia – ha anticipato Francesco Casoli – le aziende vogliono persone dotate di attitudine e pazienza, caratteristiche che ti portano a crescere. E il dolore, come dice il maestro Avati, è l’uscita dalla comfort zone e dunque l’unico modo per crescere. Oggi i ragazzi hanno compreso che c’è un altro modo di lavorare, che oltre al lavoro c’è altro». Da qui il concetto di leadership «è la capacità di capire la propria strada e perseguirla».
«Noi viviamo di talento. Trent’anni fa non c’erano studi di animazione digitale – racconta Iginio Straffi, il “papà delle Winx” – leadership è stata la capacità di trasmettere al mio team (che era un po’ l’armata Brancaleone, un gruppo eterogeneo dove ciascuno aveva il suo talento), che stavamo cercando di fare un prodotto che avesse potuto toccare il cuore di un bambino, emozionarlo, da Seoul a Parigi e nel mondo. Abbiamo fatto questa impresa insieme perché tutti si sono sentiti coinvolti nel raccontare storie che avessero la magia di far sognare i bambini di tutto il mondo». Un sogno partito da Recanati, dalle campagne di girasoli e di grano maturo. «Il grande valore aggiunto del Made in Italy, che qui nelle Marche trova una delle regioni più produttive a livello di eccellenze mondiali – ha detto ancora Iginio Straffi – sta nel capitale umano, nelle persone: oggi abbiamo bisogno di cultura, multidisciplinarietà e capacità unite a tradizione e innovazione in modo che la qualità italiana possa aprirsi sempre più alle novità del futuro». «Da un sogno impossibile, impensabile, oggi loro sono leader mondiali nell’animazione digitale – si sofferma ancora Pupi Avati sul caso Rainbow – i sogni che si realizzano sono quelli più grandi, non pensate mai a un piano B».
I saluti finali, del presidente della Regione Francesco Acquaroli, che ha sollevato una riflessione sul capitale umano e sull’importanza dell’esperienza nella vita. «Siamo in una fase complessa della società con l’avvento dell’intelligenza artificiale, che fa paura ma può essere una risorsa – ha detto il presidente – su questo Confindustria ha grandi competenze, risorse e possibilità da affiancare ai tanti giovani, per un dialogo e un confronto». Le ultime battute, al presidente di Confindustria Ancona Pierluigi Bocchini. «L’obiettivo è sempre quello di aiutare le nostre aziende, partendo da un’analisi della realtà oggettiva, a trovare spunti interessanti per affrontare le sfide relative alla gestione delle risorse umane in azienda. Dateci giovani capaci di cogliere le sfide, di interagire, di uscire dalla loro comfort zone ma con competenze specifiche, che abbiano piacere di lavorare e amino il proprio lavoro. Tocca a noi dare dignità al lavoro con stipendi adeguati, contratti, ambienti di lavoro stimolanti. Grandi sognatori, grandi obiettivi».