CASTELFIDARDO – L’ingegnere di Castelfidardo Mirco Paolini, 37 anni, è nel team tecnico che ha prodotto gli effetti speciali del film L’incredibile storia dell’Isola delle Rose trasmesso da Netflix. La pellicola è risultata vincitrice del David 2021 per i migliori effetti visivi, il premio è stato consegnato l’altra sera (11 maggio) al teatro dell’Opera di Roma e trasmesso in diretta su Rai Uno.
«Nell’inverno del 2020 i Vfx (effettivi visivi) supervisor Stefano Leoni ed Elisabetta Rocca di Edi – Effetti digitali italiani di Milano mi hanno contattato per coinvolgermi in questo straordinario lavoro targato Netflix e diretto da Sydney Sibilia – racconta Paolini -. Il film, interpretato da Elio Germano, prevedeva alcuni dei vfx più complessi mai prodotti in Italia. In particolar modo c’è qulla scena del mare in tempesta, di cui ha parlato Carlo Conti durante l’assegnazione dei David, che è uno dei momenti di tensione centrale del film». In quel periodo l’Italia e il mondo interno erano in pieno lockdown per l’emergenza sanitaria ma il 37enne non si è fermato, anzi, ha raccolto la sfida e ha portato a casa un lavoro eccellente nonostante tutto. «Quello che la Edi mi ha chiesto, in pieno lockdown 2020, è stato di realizzare un oceano in tempesta completamente fatto al computer (in gergo full cg) lavorando a distanza, viste le restrizioni. Realizzare acqua in digitale è una delle mie specialità e la fiducia che Stefano ed Elisabetta hanno riposto in me per questa scena di quasi un minuto mi ha reso orgoglioso. Ho fatto il possibile per portarla a termine».
Un premio di altissimo livello tutto meritato per Paolini, laureato in Ingegneria elettronica con specializzazione in fluidodinamica. Dopo gli studi ha preso una strada specifica per diventare Fx td – tecnico delle simulazioni dinamiche al computer. «Come tutti i film, si tratta di un lavoro di squadra e il materiale che ho consegnato è stato poi arricchito visivamente dai compositor – continua -. Oltre a questa scena ho anche curato l’esplosione finale dell’isola realizzata sempre al computer. Far parte della squadra di Edi, che mi ha permesso di aiutarli in quest’impresa, è stata un’esperienza bellissima e la vittoria non sarebbe comunque stata possibile senza figure come loro. Nonostante ci sia stata una “spinta” da parte mia, gli effetti visivi necessitano di amore e trattamento da più mani esperte. Se giocassimo una partita di calcio potrei definirmi un attaccante ma le partite, come si sa, non si vincono senza tutta la squadra».