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Delitto di Osimo, svolta nelle indagini: in stato di fermo il collaboratore del veterinario

Il collaboratore 23enne di Olindo Pinciaroli, il medico assassinato domenica mattina in strada in via Chiaravallese, è in stato di fermo nel carcere di Montacuto. Il giovane avrebbe a suo carico anche un processo per ricettazione e tentato furto in concorso presso il tribunale di Ascoli Piceno per un fatto del 2015. Recuperata l'arma del delitto (Notizia in aggiornamento)

ANCONA – Svolta nelle indagini sul delitto di Osimo: il collaboratore, Valerio Andreucci 23enne di Olindo Pinciaroli, il veterinario 53enne di Urbisaglia assassinato domenica mattina in via Chiaravallese, al confine fra Osimo e Polverigi, è attualmente in stato di fermo. Aveva raccontato ai Carabinieri di essere stato vittima, assieme al suo datore di lavoro, di un agguato da parte di quattro individui e di essere riuscito a scappare nei campi, a differenza del medico (trovato morto accanto all’ambulanza veterinaria con la gola recisa da parte a parte). Ma il racconto del giovane ascolano, evidentemente, non ha convinto gli inquirenti, che lo stanno interrogando da ieri sera all’interno del carcere di Montacuto. Le indagini, ovviamente, proseguono per far piena luce su quanto accaduto. Inoltre, Andreucci, sarebbe sotto processo presso il Tribunale di Ascoli Piceno con l’accusa di ricettazione e tentato furto in concorso per un fatto avvenuto nel 2015.

«Valerio Andreucci non è tuttora in grado di fare un discorso lineare, non riesce a focalizzare i fotogrammi della vicenda, è in uno stato confusionale, a mio avviso in continuità con le sue condizioni psicologiche di ieri mattina, tanto che non riconosce come sue nemmeno le dichiarazioni apparse oggi sulla stampa e che riferiscono di un tentativo di rapina che avrebbe raccontato di aver subito insieme al medico». Così l’avvocato Alessandro Angelozzi, che ha incontrato nel carcere di Montacuto di Ancona il 23enne ascolano accusato dell’omicidio del veterinario Olindo Pinciaroli. A renderlo noto è l’Ansa.

Il giovane non ha confessato l’omicidio. «Ho avuto un lungo colloquio con lui, pur senza conoscere le carte processuali e quindi gli elementi e gli indizi a suo carico. Non è completamente in sé – ha ribadito il penalista – e non è stato in grado di dare una spiegazione logica di quanto accaduto: perché si trovava in quella zona, con chi era e nemmeno tutti gli accadimenti successivi all’arrivo dei carabinieri, comprese le dichiarazioni che avrebbe fatto e di cui io al momento ho conoscenza solo attraverso la stampa».

Il giovane, al quale è stato sequestrato il telefonino, ha trascorso la notte tra sabato e domenica fuori casa, è rientrato nella sua abitazione alle 5:30 di domenica mattina e ne è uscito poco dopo per l’appuntamento di lavoro con il veterinario. Non emergerebbero, secondo i familiari, particolari motivi di dissidio fra i due. La Procura di Ancona intanto ha fissato per mercoledì alle 11:30 il conferimento dell’incarico per l’autopsia sul cadavere del veterinario.

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