ANCONA – La denatalità del Paese e delle Marche e il welfare del futuro sono stati trattati ieri mattina al centro Stella Maris dal convegno «I Comuni e la Regione a sostegno della natalità» organizzato da Anci Marche e Forum delle associazioni familiari Marche, realizzato con il patrocinio del Consiglio Regionale delle Marche, un incontro che ha acceso i riflettori su un tema che ha bisogno di essere affrontato con soluzioni concrete. Il welfare del futuro è mantenuto da chi fa i figli ed è assicurato anche a coloro che i figli non li fanno. Le famiglie numerose abbiano la sensazione di essere benvolute in Italia perché contribuiranno a pagare le pensioni future, a garantire i servizi e, soprattutto, sono in deciso calo. Ecco il messaggio che parte da Ancona e che sarà concretizzato con la sottoscrizione di un protocollo d’intesa nel quale fissare gli obiettivi per proseguire il percorso di sensibilizzazione rivolto alla politica per potersi confrontare nei tempi successivi sul tema della denatalità a livello nazionale.
A introdurre l’evento che sarà replicato in altre regioni grazie al lavoro delle Anci regionali, è stato un videomessaggio ai partecipanti inviato dal ministro per la famiglia, Eugenia Maria Roccella, nel quale ha sottolineato «la necessità della partecipazione di tutti gli attori istituzionali per affrontare seriamente questo problema e su cui c’è l’attenzione del Governo». Particolarmente attesa è stata la relazione di Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat, sul tema “La situazione marchigiana: andamento demografico, efficacia delle misure welfare, conseguenze e criticità“, che ha presentato in maniera oggettiva i dati sulla demografia in Italia. L’età media della nascita del primogenito è passata da 30 anni nel 2008 a 31,4 nel 2021. I dati evidenziano che il valore dei figli e della genitorialità è ancora concreto ma la disponibilità a fare sacrifici per far nascere e sostenere la famiglia è scesa. Il significativo contributo di nascite, seppur in calo, riguarda anche le famiglie straniere che non hanno neanche i nonni a poter aiutare nella gestione dei figli. Il tasso di fecondità è sceso anche per gli stranieri a 1,87 nel 2021: era al 2,5 nel 2008. Oggi abbiamo 1,25 figli per donna. Il trend di nascite è decrescente. Nascono 400mila bambini l’anno ma ogni anno circa il 2% in meno. L’evoluzione prevede che da 59 milioni di abitanti in Italia, nel 2070 ne avremo 48 milioni e avremo 250 mila nati contro i 400mila attuali. Nel 2070 avremo il doppio dei morti rispetto alle nascite. Gli ultranovantenni sono 800mila. Nel 2070 saranno 2,2 milioni.
«La conseguenza – ha specificato Blangiardo – è avere una ragionevole capacità di reagire a questi dati e consegnarli al decisore politico. Le conseguenze riguardano in primis il Pil che dal valore attuale di 1.800 miliardi scenderà di 500 miliardi nel 2070 perché diminuisce la popolazione in età lavorativa». Nelle Marche la situazione è simile a tutta Italia, nelle province così come le principali città con piccoli distinguo: su 225 comuni solo cinque nelle Marche sono a saldo positivo: Colli al Metauro, Montelabbate, Castelbellino, Camerata Picena e Ortezzano. Per Filippo Saltamartini, vicepresidente della Giunta regionale «la politica – ha aggiunto – deve confrontarsi e fare scelte su questi temi sapendo che i lavoratori italiani percepiscono un reddito inferiori ai colleghi europei, francesi e tedeschi». Il cardinale Edoardo Menichelli ha fatto riferimento alla necessità di cambiare l’approccio culturale uscendo dalla prospettiva dell’Io, secondo la quale «i figli da investimento e dono sono diventati un costo e una causa di riduzione di libertà». Numerosi altri gli interventi.