ASCOLI – Un dolore lungo dieci anni, e che probabilmente non si affievolirà mai, quello vissuto dai familiari di Alessandro Dotto, Giuseppe Palminteri, Mariangela Valentini e Paolo Piero Franzese, i quattro piloti che morirono, il 19 agosto del 2014, a causa dello schianto tra due Tornado dell’Aeronautica militare avvenuto sui cieli piceni. Nel decennale della tragedia, il comune di Venarotta e la stessa Aeronautica hanno voluto ricordare i ragazzi durante una toccante commemorazione, avvenuta lunedì pomeriggio a Gimigliano, dove è stato eretto un monumento a loro dedicato, a pochi passi da Poggio Anzù, la località venarottese in cui vennero ritrovati i primi resti delle vittime.
Il processo
Presenti alla cerimonia anche i genitori dei ragazzi deceduti. A dieci anni dallo schianto, è bene ricordare anche come si è concluso il processo. Secondo la sentenza con cui, lo scorso primo dicembre, vennero assolti gli ufficiali dell’Aeronautica militare Bruno Di Tora e Fabio Saccottelli dalle accuse di omicidio colposo e disastro aviatorio, si trattò di un caso fortuito a provocare l’incidente. Secondo il giudice, le carenze informative nelle fasi di pianificazione e di briefing, su cui si basava l’accusa, non sono state dimostrate oltre ogni ragionevole dubbio. La collisione avvenne in seguito all’abbassamento di quota da parte dell’equipaggio dell’aereo Freccia 21, che finì per schiantarsi contro il Freccia 11. Ma anche da parte dell’equipaggio del Freccia 21, composto dai capitani Valentini e Franzese, il giudice non riscontra negligenze. Con l’assoluzione dei due imputati, dunque, dopo nove anni e mezzo era stata posta la parola fine all’intera vicenda.