FABRIANO – Cinque milioni di euro per la ricostruzione post sisma delle chiese danneggiate dal terremoto del 2016 nella diocesi di Fabriano-Matelica. Il finanziamento rientra nell’ordinanza 84 che affronta il delicato problema degli interventi necessari per i luoghi di culto di Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo. L’importo complessivo, per 4 regioni, ammonta a 275milioni di euro.
Per quanto riguarda la diocesi di Fabriano-Matelica, si attendono i progetti per verificare se l’importo erogato sia sufficiente per effettuare gli interventi necessari. Tanti i luoghi di culto di Fabriano che necessitano di interventi di ricostruzione, riparazione e ripristino. Alla chiesa di Sant’Ilario di Belvedere 200mila euro, a San Paterniano di Collamato 550mila euro. Sempre nelle frazioni, a San Pietro di Moscano sono previsti lavori per un importo di circa 460mila euro, a Santa Maria Assunta di Paterno per 210mila euro e a San Michele Arcangelo a San Michele 180mila euro. Al Sacro Cuore di via Gioberti, andranno circa 300mila euro. A Santa Margherita, a due passi dalla Cattedrale di San Venanzio, 100mila euro per il monastero e non per la chiesa che segue un iter diverso. A San Filippo, la chiesa dei giovani, lungo corso della Repubblica, 330mila euro.
A Genga sono stati finanziati i lavori per la chiesa dei Santi Giovanni e Paolo a San Fortunato per 260mila euro. A Sassoferrato intervento necessario al santuario Madonna del Cerro per 255mila euro. Un milione e 600mila euro per San Francesco a Matelica e 400mila euro per la chiesa del Suffragio. La somma messa a bilancio per la chiesa di Santa Maria della Porta di Cerreto D’Esi è 170mila euro.
Gli uffici diocesani sono al lavoro per capire se i fondi stanziati siano sufficienti. Se è così, si procederà con i progetti definitivi e i lavori. Altrimenti, la Diocesi di Fabriano-Matelica deciderà di non prendersene carico e sarà poi il commissario straordinario a scegliere il soggetto a cui assegnarle, Mibact o Comune. L’obiettivo è quello di arrivare ad assegnare i primi appalti entro l’estate dell’anno prossimo, una volta terminato il lungo lavoro burocratico che le strutture competenti stanno portando avanti ormai da anni.