PESARO – Caso Riceci, l’assessore regionale all’Ambiente, Stefano Aguzzi, rispedisce al mittente le critiche del presidente della Provincia Paolini.
Lo ha fatto nel corso di una conferenza stampa convocata appositamente a Fano per stigmatizzare l’operato della ditta che aveva avviato il procedimento autorizzatorio unico per la realizzazione di un impianto complesso polifunzionale di discarica per rifiuti speciali non pericolosi con relativa viabilità di servizio, in località Gallo di Petriano-Ponte Armellina.
«Quanto la Regione doveva fare in merito alla procedura autorizzativa per la discarica di Riceci è stato fatto nel pieno rispetto delle competenze e delle funzioni. Questa ditta ha presentato ricorso al Tar delle Marche – ha spiegato Aguzzi – opponendosi alle osservazioni del Genio Civile Marche Nord, organo per l’appunto regionale. Questo ha semplicemente suggerito una serie di vincoli da osservare previsti per legge e conseguentemente di tutele da considerare adeguatamente in fase di progettazione. Il problema non sta dunque in capo alla Regione, che ha fatto solo il suo dovere esprimendo chiaramente, in sede di Conferenza dei servizi, la necessità di rispettare alcune condizioni nell’interesse collettivo della conservazione delle risorse ambientali e di mitigazione dei rischi, quanto alla Provincia di Pesaro e Urbino che deve approvare in via definitiva il progetto».
Il ricorso presentato è arrivato sul tavolo della Giunta regionale ed è stato oggetto di una delibera che autorizza l’Avvocatura regionale a rispondere all’istanza presentata al Tar.
Le osservazioni presentate dal Genio civile Marche Nord riguardano diversi punti tra cui: la tutela dei corsi d’acqua, in quanto nell’area in questione insistono due corsi d’acqua di terza classe ubicati in fascia morfologica pedeappenninica; la tutela dei crinali, poiché il sito è marginalmente interessato verso est dall’ambito di tutela di un crinale di seconda classe; la tutela dei versanti, in virtù della loro presenza in molti casi con una pendenza superiore al 30%; aree in dissesto poiché il sito è per buona parte interessato da due aree di versante a pericolosità moderata (AVD P1). Inoltre, al suo interno è quasi integralmente ricompresa un’area di versante avente una pericolosità elevata (AVD P3), oltre alla presenza di aree buscate.
«Si tratta di una situazione strana e inusuale che mi ha fortemente colpito – ha ribadito Aguzzi -. Quello che voglio porre in evidenza è che il Genio civile delle Marche ha svolto il suo lavoro, che è di natura tecnica, esprimendo le sue considerazioni sulle questioni messe in evidenza. Compito della ditta richiedente le autorizzazioni era portare le proprie controdeduzioni prima di fare ricorso al Tar, adducendo la motivazione secondo cui le considerazioni del Genio civile danneggiano la realizzazione della discarica ponendone dei limiti. Ma ciò che ritengo più strano – ha continuato Aguzzi – è che la ditta in questione è partecipata da una società pubblica: Marche Multiservizi. Anzi, nei patti parasociali vi è che quella ditta richiedente l’autorizzazione alla realizzazione della discarica, una volta ottenuti i permessi, sarà completamente acquisita dalla stessa Marche Multiservizi».
«Tutto questo per ribadire due cose – conclude Aguzzi -: non è vero che la Regione Marche sulla discarica di Riceci è stata silente ma ha solo fatto il suo dovere di natura tecnica, ponendo in evidenza le giuste questioni e le criticità ricadenti su quel sito opponendosi a quel tipo di soluzione. In secondo luogo, pongo la questione a Marche Multiservizi e in particolare ai rappresentanti della Provincia e dei Comuni in seno all’amministrazione provinciale che partecipano a Marche Multiservizi, esortandoli alla vigilanza su queste situazioni ed evitando contrapposizioni con organi quali il Genio civile che opera per la tutela e sicurezza del territorio e dei cittadini».