CORINALDO – Oltre 1100 persone hanno partecipato al Disconnect Day, ieri, 11 maggio, a Corinaldo, più di 880 quelle che si sono messe alla prova spegnendo il telefonino e sigillandolo in una busta per dedicarsi ad attività e laboratori sulla consapevolezza della dipendenza dal mondo digitale. Ben 841 quelle che sono riuscite a resistere, disconnettendosi per un giorno. Un ottimo risultato che ha fatto emergere dati interessanti su quanto lo strumento che abbiamo costantemente in mano, in tasca o in borsa possa condizionarci, anche nel modo di pensare.
Innanzitutto è stata una piacevole scoperta proprio per coloro che non si aspettavano di poter “sopravvivere” senza il proprio strumento: una sfida non semplice, soprattutto per le nuove generazioni che si può dire abbiano imparato prima a digitare i tasti che a scrivere, i cosiddetti “nativi digitali”. Ma soprattutto una riscoperta delle emozioni: degli 840 disconnessi, ben il 60% ha dichiarato di aver ritrovato il piacere di dialogare con gli altri e il 20% si è accorto di non aver mai realmente apprezzato il paesaggio che lo circonda, a causa della testa sempre bassa per guardare il telefono.
«Non riusciamo a resistere più di 10 minuti senza guardare il cellulare e lo maneggiamo circa 150 volte al giorno», ha dichiarato Giuseppe Lavenia, psicologo e psicoterapeuta e Presidente dell’Associazione Nazionale Di.Te. che, insieme all’amministrazione comunale, ha realizzato il primo esperimento sociale sull’importanza della consapevolezza digitale.
«I dati confermano quello che pensavano. Ben 504 persone hanno dichiarato di aver riscoperto la convivialità e 168 i dettagli dei luoghi visitati. Ma perché hanno resistito? Perché abbiamo proposto loro delle attività, delle alternative. Sono proprio questi input “sani” a farci godere il momento che stiamo vivendo e a stimolare le nostre emozioni, aumentando anche la voglia, il desiderio di stare con gli altri», commenta Lavenia.
Anche personaggi famosi hanno scelto di partecipare a questo evento, come l’attore Paolo Ruffini e il regista del film “Sconnessi” Christian Marazziti. Un evento che getta le basi verso un uso più consapevole della tecnologia: «Il Disconnect Day non vuole in alcun modo demonizzarla, bensì lavorare sulla consapevolezza digitale e sul fatto che questa tecnologia coinvolge tutti, grandi e bambini. Il problema è solo nell’utilizzo di questi strumenti», a cui dobbiamo prestare più attenzione evitando gli abusi, conclude Lavenia.