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Disoccupazione, il piceno fanalino di coda tra le province. Il tasso nell’anconetano tra i più alti nel 2017

Donne e giovani i più penalizzati nel mercato del lavoro. «Ribadiamo che la ripresa del territorio non può prescindere dal sostegno alla manifattura delle piccole imprese e dagli incentivi all’assunzione», dicono Luigi Passaretti e Francesco Balloni della Cna di Ascoli

ASCOLI PICENO – Piceno ancora fanalino di coda nelle Marche per quanto riguarda l’occupazione. Secondo i dati della Cna di Ascoli, qui nel 2017, il tasso di occupazione si è fermato al 58,5% della popolazione. E questo contro un dato regionale del 62,2% e dati relativi alle altre province della regione tutte con un tasso superiore al 60%. «I dati del Centro studi della Cna regionale – spiegano il presidente territoriale e il direttore generale della Cna di Ascoli, Luigi Passaretti e Francesco Balloni – sono l’ennesimo campanello di allarme riguardo alle politiche da attuare urgentemente nella nostra provincia per sostenere concretamente la piccola e media impresa e il lavoro, con particolare attenzione a quello dei giovani e delle donne».

Dati negativi che vanno di pari passo con quelli altrettanto preoccupanti, sempre riferiti al 2017, della disoccupazione. Nel Piceno il tasso di disoccupazione è stato del 14,5% con quasi 14mila persone in cerca di un lavoro e che ancora non lo trovano. Tasso di disoccupazione, quello del Piceno, ben superiore alla media regionale che è del 10,6%. Mentre la provincia che ha il risultato meno buono dopo il nostro è Ancona, con un tasso di disoccupati pari al 12,5%.

«Come Cna Picena – concludono Passaretti e Balloni – riscontriamo un gran fermento per quanto riguarda la volitività delle imprese giovanili e delle donne. Questo sicuramente anche a fronte di una situazione generale difficile per le persone e le famiglie. Per questo ribadiamo che la ripresa del territorio non può prescindere dal sostegno alla manifattura alle piccole imprese e dagli incentivi all’assunzione di giovani e donne con misure e provvedimenti ancora più incisivi».
Donne
che, nella negatività generale dei dati, in provincia sono ulteriormente penalizzate. Il tasso di disoccupazione “in rosa” è stato infatti del 16,5%, contro una media regionale del 12,4%. Nell’anconetano del 16,3%, meglio nelle province di Macerata e Pesaro Urbino.