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Distretto sanitario di Jesi, il Covid non frena i servizi

Personale al lavoro a pieno regime nonostante le criticità dovute alle barriere architettoniche e alla carenza di infermieri

La sede della Asur di via Guerri

JESI – Il Covid e le restrizioni dovute ai Dpcm non hanno frenato i servizi del Distretto Sanitario di via Guerri a Jesi, struttura che rappresenta l’articolazione dei servizi territoriali dell’Area vasta 2 dell’Asur Marche nel comprensorio jesino. Certo, la pandemia e la necessità di igienizzare gli spazi e mettere in sicurezza ogni ambulatorio dopo ogni prestazione hanno dilatato i tempi allungando, anzi, triplicando le liste d’attesa al Cup. Malumori tra gli utenti in attesa, soprattutto anziani, e difficoltà dovute agli accessi alla struttura che, non essendo dotati di fotocellule, sono scomodi soprattutto per i portatori di handicap e in questo particolare momento, sono anche antigienici.

Ma dirigenti, infermieri e personale – sotto la direzione del dottor Corrado Ceci – non mollano, anzi. Fanno il doppio, il triplo se serve, per venire incontro alle esigenze della cittadinanza cercando di limitare i disagi. «Nella nostra struttura – spiega la coordinatrice dei Poliambulatori, Luisita Moreschi – eroghiamo servizi sanitari negli ambulatori dei Medici per le prestazioni specialistiche di primo livello. Qui in via Guerri ci sono i Poliambulatori di Oculistica, Odontoiatria, Ortopedia, Neurologia, Cardiologia, Fisiatria, Otorinolaringoiatria. Il Covid non ha depotenziato i servizi, anzi ai nostri poliambulatori si è aggiunto l’Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) che sta fornendo un servizio eccezionale alle persone, alle case di riposo ed Rsa».

Dal distretto di via Guerri si coordina il servizio di Assistenza domiciliare integrata (Adi), sono attivi il Consultorio e i Corsi pre-parto che non hanno risentito della pandemia. Ma mancano gli infermieri, una situazione cronica da qualche tempo. «Non è colpa del Covid – continua la Moreschi – ma di pensionamenti e trasferimenti presso altre sedi che non sono stati rimpiazzati, un problema annoso ma che ci trasciniamo dietro da molto tempo. Così ci siamo ritrovati da 20 infermieri ad averne solo 10 con evidenti problemi di organizzazione. Ma non ci abbattiamo anzi, lavoriamo di più e l’utenza apprezza molto, ci gratifica con messaggi, mail e lettere di ringraziamento che arrivano quasi quotidianamente. È un grosso incentivo per noi per andare avanti e voglio condividere la gratitudine dei cittadini con tutto il personale del Distretto: in un momento di grossa difficoltà come questo, in cui anche l’umore ne risente inevitabilmente, sapere che il nostro lavoro è comunque apprezzato dalle persone è una spinta a continuare così e superare gli ostacoli». 

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