Per iniziare alcuni numeri. In Italia sono 12 milioni le persone che soffrono di insonnia e perdita del riposo notturno; 7 milioni hanno apnee ostruttive del sonno (Osa); un adulto su 4 soffre di insonnia cronica o transitoria. E sono nella maggior parte dei casi le donne a esserne coinvolte. A fornire i numeri per l’anno appena passato l’Aims-Associazione italiana per la medicina del sonno.
Ma come capire la qualità del nostro sonno? E come affrontare una patologia? «La polisonnografia respiratoria o monitoraggio cardio-respiratorio notturno è l’esame di riferimento per la diagnosi dei disturbi respiratori nel sonno quali russamento ed apnee notturne», spiega il dottore Stefano Esposito e direttore sanitario del Poliambulatorio Cpv di Loreto, struttura sanitaria di riferimento sul territorio dove è possibile eseguire visite specialistiche in diversi settori e indagini radiologiche (Link articolo precedente).
Che prosegue. «Si tratta di un esame non invasivo che viene eseguito con uno strumento chiamato poligrafo che permette la registrazione dei seguenti parametri: rumore respiratorio, flusso aereo oro-nasale, movimenti toraco-addominali, frequenza cardiaca, ossimetria e posizione corporea».
Tra i disturbi del sonno la patologia più severa che l’esame permette di diagnosticare è la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (Osa). «Una persona con Osa ha dei momenti durante il sonno in cui l’aria non riesce a fluire normalmente nei polmoni. Il blocco del flusso di aria (ostruzione) è di solito causato dal collasso dei tessuti molli nella parte posteriore della gola (vie aeree superiori) e dalla caduta indietro della lingua durante il sonno. Queste pause o riduzioni del flusso d’aria, apnee o ipopnee ostruttive, possono a volte causare un risveglio accompagnato a sensazione di fame d’aria», spiega il dottore Esposito.
Qualche dato: l’Osa è più frequente negli uomini, nelle donne dopo la menopausa e nelle persone che hanno più di 65 anni. Un più elevato rischio di sviluppare questa patologia lo hanno le persone obese o in sovrappeso e coloro che hanno una alterazione scheletrica a livello mandibolare. «I pazienti per lo più non sono consapevoli di soffrirvi ed i sintomi vengono spesso riferiti da altre persone come ad esempio i partner o gli amici… Inoltre l’Osa può provocare colpi di sonno mentre si guida e di conseguenza incidenti stradali».
I più comuni sintomi durante il sonno sono:
- Russamento così forte che si può sentire anche da un’altra stanza
- Senso di soffocamento talvolta con risveglio
- Respirazione con pause osservata da chi dorme accanto al paziente
- Frequenti risvegli
- Improvvisi movimenti del corpo a scatti
- Nicturia (necessità di alzarsi spesso per urinare)
Ai sintomi notturni si associano sintomi diurni:
- Svegliarsi con la sensazione di non aver riposato abbastanza
- Mal di testa al mattino
- Bocca secca o mal di gola al mattino ( legata al respiro a bocca aperta durante il sonno)
- Sonnolenza durante il giorno
- Fatica e stanchezza durante il giorno
- Cambiamenti di personalità come sbalzi di umore
- Scarsa memoria e difficoltà a concentrarsi.
«Nel lungo termine la presenza di apnee notturna non trattate può causare ipertensione, malattie cardiache, ictus e morte improvvisa. L’esame – prosegue il dottore Stefano Esposito – non richiede preparazione e viene effettuato a domicilio».
Polisonnografia, ecco in cosa consiste l’esame
Il paziente, nel giorno stabilito, si presenta in ambulatorio. Qui, lo staff con la dottoressa L. Ceccarini e un’infermiera, spiega come indossare lo strumento prima di andare a dormire. Sarà inoltre consegnato un diario del sonno su cui annotare tutto ciò che avviene durante la notte ed il questionario di Epworth per la valutazione della sonnolenza diurna che dovrà essere compilato anche dal partner o da un altro familiare. Il poligrafo verrà riconsegnato in ambulatorio il mattino successivo ed il medico provvederà allo scarico dei dati e alla refertazione dopo score manuale di tutti i parametri.
Per la validità dell’esame è necessario che la durata della valutazione sia di almeno quattro ore ed il paziente abbia dormito supino almeno il 10% del tempo totale.
Il medico consegnerà poi il referto al paziente insieme alle indicazioni terapeutiche del caso.