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Documentario sugli extraterrestri girato all’interno delle Grotte di Frasassi A Genga

Jennifer Macalady, della Pennsylvania State University, insieme ad altri otto ricercatori, hanno studiato per lungo tempo nelle profondità del complesso ipogeo gengarino, la possibilità dell'origine della vita, realizzando un documentario proiettato a New York

Jann Macalady durante i suoi studi nelle Grotte di Frasassi

GENGA – Un successo la proiezione del documentario girato all’interno della Grotte di Frasassi a Genga dalla ricercatrice Jennifer Macalady della Pennsylvania State University. Venerdì scorso, 18 maggio, The most unknown è stato proiettato, in prima mondiale, al Quad Theatre di New York.

Un documentario sull’origine della vita terrestre ed extraterrestre. E il laboratorio biologico naturale è nientemeno che Frasassi, con le sue grotte a Genga che ospitano batteri procarioti ed eucarioti unici al mondo. Questo quanto realizzato dalla ricercatrice Jennifer Macalady, della Pennsylvania State University, insieme ad altri otto ricercatori, che hanno studiato per lungo tempo nelle profondità delle Grotte di Frasassi. Il tutto è stato documentato e filmato.

Le origini della vita sul pianeta Terra risalgono a circa 4 miliardi di anni fa, in un ambiente estremofilo privo di ossigeno. La condizione più simile a quella in cui i primi microrganismi cominciavano a proliferare sembrerebbe molto vicina agli ambienti più profondi e angusti delle Grotte di Frasassi, dove le acque sulfuree della falda a 500 metri di profondità risalgono fino ad incontrare l’acqua piovana che percola dalla montagna. La ricercatrice Jenn Macalady si è calata a circa 40 metri di profondità all’interno della Grotta, proprio per studiare l’acqua presente nei laghi formatisi dall’incontro delle due acque: sulfuree e piovane.

In questo particolare ambiente, infatti, vivono e si riproducono batteri procarioti (privi di nucleo) che, invece di utilizzare la luce del Sole, trovano energia utile al loro sviluppo dall’ossidazione dell’idrogeno solforato. Questa energia viene utilizzata dai batteri procarioti per formare una biomassa prodotta dalla chemiosintesi. In questa biomassa si trovano sostanze come le proteine e vitamine, che sostengono un intero ecosistema fatto di organismi eucarioti (che possiedono nucleo) come vermi, crostacei, gasteropodi che popolano le acque sotterranee di Frasassi.

Un ecosistema unico al mondo, il più ricco conosciuto in ambienti estremofili sotterranei ed è per questo motivo che le Grotte di Frasassi di Genga sono diventate un laboratorio utile allo studio dell’origine della vita terrestre. E quei processi che regolano la vita in ambienti estremofili potrebbero essere gli stessi che si costituiscono anche in altri pianeti, dove potrebbero esserci forme di vita sostenute da processi chemiosintetici. Dunque, un minuscolo crostaceo, come quelli che si trovano dentro le Grotte di Frasassi a 40 metri di profondità.