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Domani mattina doppio appuntamento con lo slot-mob a Fabriano

Al Wooden Bar alle 9 e all'Angoletto alle 11, studenti premieranno i due pubblici esercizi che hanno deciso di rinunciare agli introiti delle slot-machine, nell'ambito del progetto nazionale Tuttingioco

FABRIANO – «Il gioco può diventare un’arma a doppio taglio, una dipendenza senza sostanza. Il gioco porta a sperare in modo fatuo, magico, irreale che porta fuori dalla realtà, ma crea dipendenza se c’è una personalità fragile, dando vita a un circolo vizioso». Partendo da questo assioma, l’assessore ai Servizi sociali di Fabriano, Simona Lupini, ricorda l’appuntamento di domani, 19 maggio, in città. Vale a dire un doppio slot-mob per premiare gli esercenti che decidono di fare a meno del gioco d’azzardo per il bene della popolazione. Questo il progetto “Tuttingioco” ideato dall’Ambito Territoriale Sociale dell’Unione Montana dell’Esino Frasassi in collaborazione con il Dipartimento delle Dipendenze Patologiche di Fabriano e realizzato con la collaborazione di Scuole, Enti e Associazionismo arriva al momento clou: a Fabriano, Sassoferrato e Cerreto D’Esi. Più di mille studenti interessati, associazioni e istituzioni premiano i bar coinvolti.

«Nei giorni scorsi, si sono svolti due appuntamenti a Cerreto D’Esi e Sassoferrato, rispettivamente l’8 maggio al bar D’Esiderio e sabato 12 maggio allo Smilzo. Domani, è il turno di Fabriano con due appuntamenti: al Wooden Bar alle 9 e all’Angoletto alle 11», conferma l’assessore Lupini.

«Il gioco d’azzardo diventa spesso e volentieri una problematica familiare, non del singolo. Abbiamo fatto un lavoro di squadra con i cinque istituti comprensivi del territorio per fare un percorso partito a marzo con un corso di formazione per gli insegnanti su questo fenomeno sociale, poi si è lavorato sui ragazzi, per creare consapevolezza, durante le assemblee specifiche.  Grazie a scuole, associazioni, sindacati, per come hanno interagito fra loro».

Secondo Paolo Schiavo direttore unità operative dipendenze dell’Area Vasta 2 di Fabriano, «c’è un piano triennale che abbiamo messo a punto a testimonianza della vastità dell’intervento. Prevenzione, cura e riabilitazione, partendo dal potenziamento dei servizi ad hoc, altrimenti tutta l’attività di prevenzione diventa inutile. Questo lo svolge il Sert, dove negli ultimi quattro anni abbiamo assistito a una crescita delle richieste di intervento. Prevenzione fatta attraverso la formazione del personale sanitario ed educativo perché è fondamentale capire se il gioco d’azzardo sia un sintomo di altre patologie, a esempio psichiatriche. Un progetto di largo respiro che abbiamo iniziato e continueremo a portare avanti. Fondamentale per lavoro di prevenzione è il coinvolgimento del mondo della scuola, sia gli insegnanti che gli studenti, separatamente, utilizzando il loro linguaggio. Questo perché abbiamo di fronte un fenomeno che quando compare, diventa esplosivo».