FABRIANO – L’Associazione Oncologica Fabrianese presieduta da Giorgio Saitta insieme alla ACS srl che si occupa di componenti, soluzioni ed engineering nel mondo dell’automazione industriale, rappresentata dal suo Amministratore, Simone Argalia, ha donato al reparto di Oncologia dell’ospedale Engles Profili di Fabriano un ecografo portatile che sarà in dotazione del personale dell’Assistenza domiciliare oncologica (ADO). L’apparecchio ecografico è di piccole dimensioni, all’incirca come uno smartphone, è provvisto di 3 sonde, una per ecografie addominali, una per ecografie vascolari ed una per ecografie cardiache. Le immagini sono visibili su smartphone e/o tablet tramite rete wi-fi o bluetooth e possono anche essere salvate e stampate successivamente. La Direzione Strategica della AST di Ancona e il primario di Oncologia di Fabriano, Rosa Rita Silva, hanno ringraziato i donatori «per questa strumentazione all’avanguardia che si rivelerà molto utile per l’assistenza domiciliare». Attualmente il personale in servizio dell’ADO in collaborazione con l’Associazione Oncologica Fabrianese è composto da Luciano Giuliodori, medico palliativista responsabile, dalla psicologa Mary Romagnoli, dalle infermiere Emma Bonetti e Alessia Dolce e dall’operatrice socio sanitaria Deborah Anastasi. Questo nuovo strumento tecnologico sarà di grande utilità in quanto permetterà al personale di eseguire procedure, in tutta sicurezza, a favore di pazienti assistiti a casa, ad esempio paracentesi, toracentesi. Tale apparecchiatura sarà anche utilizzabile per indagini diagnostiche ecografiche di primo livello a domicilio.
La dichiarazione
«Riuscire a mantenere il più possibile al proprio domicilio i pazienti fragili con pluripatologie creando meno disagi possibili a loro ed ai loro familiari è uno degli elementi fondamentali dell’assistenza integrata ospedale territorio – dicono dalla Direzione Strategica della AST Ancona – questo nuovo strumento in dotazione, pertanto, sarà molto utile affinché si vada sempre di più in questa direzione e si possano conciliare le necessità terapeutiche assistenziali con i tempi e le esigenze dei malati e dei loro caregiver insieme alle strutture sanitarie preposte», hanno concluso.