ANCONA – Le donazioni di sangue nelle Marche si stanno riallineando ai livelli pre pandemia, ma la raccolta di plasma copre solo il 75% della richiesta. A tracciare il quadro è Daniele Ragnetti, presidente regionale Avis. «La situazione è abbastanza buona – dice – ci troviamo in una fase di autosufficienza in cui le donazioni riescono sostanzialmente a coprire le necessità».
La ripresa c’è stata negli ultimi sei mesi, a partire «da ottobre 2022», dopo l’ondata di contagi Covid che si era registrata nel periodo estivo, ma «anche durante la pandemia i nostri donatori sono stati bravi» e non hanno fatto mancare il loro apporto, tanto che «le Marche hanno potuto aiutare qualche altra regione che era in difficoltà».
Tuttavia si registra un calo degli iscritti e quindi dei donatori attivi che non compensa le fuoriuscite dal percorso della donazione che avvengono per motivi di salute (malattie) e per il raggiungimento di limiti di età, oltre i quali non è più possibile donare sangue o plasma. L’appello dell’Avis è rivolto soprattutto ai giovani, alla fascia dai 18 ai 40 anni, spiega Ragnetti.
«C’è bisogno di tutti – dice il presidente Avis Marche -, dobbiamo mantenere alto il numero dei donatori attivi e dobbiamo far fronte a una crescente richiesta di plasma». Se le donazioni di sangue al momento riescono a coprire le necessità, quelle di plasma garantiscono una copertura solo al 75%, il resto «viene acquistato sul mercato internazionale».
Ragnetti ricorda che il plasma viene utilizzato per produrre farmaci salvavita, per la cura di immunodeficienze e neuropatie. «L’evoluzione della medicina determina una maggiore richiesta – spiega – a cui non riusciamo a far fronte».
Tra le criticità presenti nel mondo della donazione di sangue e derivati, il presidente dell’Avis ricorda la carenza di sanitari, con cui il settore deve fare i conti.