Una festa privata tra dodici adolescenti dai 16 ai 19 anni a base di alcol e droga, un minorenne in coma etilico, due maggiorenni segnalati alla Prefettura come assuntori e una raffica di multe. I carabinieri della Compagnia di Jesi – nello specifico le Stazioni di Castelplanio, Jesi e Serra de’ Conti – hanno interrotto ieri sera verso mezzanotte una festicciola in un appartamento a Castelplanio. Sono fioccate le multe per il mancato rispetto del Dpcm dove sono espressamente vietate le feste sia in locali pubblici che in luoghi privati, ma quel che lascia perplessi sono i risvolti sociali di questo episodio. Ad analizzarlo, è il Comandante provinciale dei carabinieri di Ancona Colonnello Cristian Carrozza.
«I Carabinieri sono intervenuti sulla base di una segnalazione – spiega – interrompendo quella che di fatto era una festa clandestina, essendo vietate espressamente nel Dpcm. Quello che allarma di più è che sono stati sorpresi all’interno dell’abitazione privata tutti ragazzi molto giovani, addirittura 8 dei quali minorenni, uno era in gravissime condizioni a seguito di un abuso di alcol ed è stato trasportato in ospedale in coma etilico. Ma dove sono le famiglie?».
Il comandante evidenzia che certi fenomeni sociali possono essere letti come una reazione seppur sbagliata a una sorta di esasperazione psicologica soprattutto dei ragazzi di fronte al perdurare della pandemia e delle restrizioni conseguenti dei Dpcm che influenzano/stravolgono la nostra vita. «Comprendo che queste manifestazioni di ribellione alle regole e di aggressività, come sta accadendo ad Ancona con bande rivali che si danno appuntamento sui social per regolare i conti e sfogare tutta la loro frustrazione e violenza, possono essere una reazione (sbagliata) a una sorta di esasperazione psicologica dalla pandemia – spiega ancora l’alto Ufficiale – ma credo che il disagio dei ragazzi si accompagni alla mancanza di buon senso dei genitori. In particolare per i minorenni».
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C’è una tendenza diffusa a rompere gli schemi, le regole, un po’ a tutti i livelli sociali (vedasi la protesta dei ristoratori del weekend scorso), forse anche a sottovalutare le conseguenze. «I carabinieri sono chiamati a intervenire e non tralasciano nulla – specifica il Colonnello – sono sempre pronti a verificare ogni segnalazione anche quando si tratta di interventi in abitazioni private. Purtroppo stiamo riscontrando che le persone continuano, nonostante i divieti e i decreti, a cercare di eludere le regole, sottovalutandone le conseguenze. Sono in particolare i giovani a non avere consapevolezza dei loro comportamenti e di ciò che ne consegue. Noi cerchiamo di essere sempre presenti, sia per fronteggiare episodi delinquenziali che per arginare fenomeni sociali, come può essere una festa di ragazzi a base di alcol e droga, o i regolamenti di conti di bande rivali, fenomeni che comunque minano la sicurezza pubblica seppur in maniera diversa. Quello che vogliamo prevenire è il fenomeno pericolosissimo dell’emulazione di comportamenti sbagliati». Poi c’è la questione della violazione del Dpcm nel proprio domicilio, questione delicatissima e molto dibattuta. «Noi vigileremo sempre sul rispetto delle regole anche laddove si rende necessario effettuare un controllo in un’abitazione – conclude – sebbene il domicilio privato sia inviolabile, se all’interno si stanno commettendo irregolarità, come feste espressamente vietate nel Dpcm, dobbiamo intervenire nelle modalità consentite dalla legge».