FABRIANO – Sconta un anno e mezzo ai domiciliari per un plico di droga arrivato dall’Olanda e dopo l’assoluzione arrivata facendo ricorso in Cassazione rischiava una condanna per lo stesso reato ma relativo alla consegna di un secondo plico, sempre dall’Olanda e sempre di droga. Protagonista della telenovela giudiziaria un 33enne del nord d’Italia che è stato per anni residente in città. Oggi il gup Paola Moscaroli lo ha assolto dall’accusa di spaccio (la difesa aveva chiesto il rito abbreviato). Al 33enne veniva contestato un pacco di 5 grammi di droga sintetica, catinoni, che rientrano nelle così dette “nuove droghe”, ricevuto per posta dopo una ordinazione nel 2016. Il primo di due plichi anche se era arrivato a destinazione solo dopo quello che aveva ordinato per secondo e per il quale è stato poi prosciolto. Dalla sua parte c’è stato il riconoscimento dell’utilizzo personale della droga ordinata, il 33enne aveva un passato da tossicodipendente ed era stato anche in comunità, e dell’impossibilità di capirne ancora il principio attivo, essendo droghe dette “nuove”, anche se l’accusa aveva sostenuto che con quel quantitativo si potevano confezionare circa 200 dosi.
Il 33enne era finito in manette a febbraio 2016, dopo una serie di controlli che venivano effettuati a pacchi arrivati in Italia e partiti dall’Olanda. I carabinieri avevano intercettato il primo pacco alle poste e ne avevano analizzato il contenuto. C’erano 2 grammi di cannabis e poco più di un grammo e mezzo di catinoni. I militari avevano ricomposto il plico e atteso che il destinatario lo andasse a ritirare. Il 33enne si presentò per il ritiro e venne arrestato con l’accusa di spaccio. Fino a 48 ore prima aveva lavorato, in una comunità di recupero poco distante da Fabriano, dove anche lui era stato per disintossicarsi dalla droga di cui faceva uso in passato. Secondo la difesa, rappresentata dall’avvocato Antonella Devoli, il 33enne non aveva bisogno di spacciare, avendo un lavoro regolare. La droga era per uso personale. Il giovane però finì a processo, condannato in primo e secondo grado, ad oltre 3 anni di reclusione. Fatto il ricorso in Cassazione la suprema corte, il 25 maggio 2017, ha cassato la sentenza dell’appello rimandandola al giudizio della Corte di appello di Perugia che il 15 dicembre 2017 ha assolto il giovane, per il primo plico di droga ricevuto. Non era possibile stabilire infatti il numero delle dosi che sarebbero scaturite dalla droga. Parallelamente però era proseguito il procedimento contro il secondo plico ricevuto, quello di 5 grammi. Quello per il quale oggi è stato assolto. Il 33enne, che nel frattempo ha lasciato Fabriano e la comunità di recupero per cui lavorava, è tornato a vivere nella sua città d’origine, con la famiglia. Per lui la vicenda è definitivamente chiusa anche se potrebbe chiedere un risarcimento per l’ingiusta detenzione che ha passato ai domiciliari, durante il primo processo e prima della doppia assoluzione.