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Papalini (Confindustria): «Pesaro la più performante delle Marche». L’appello alle banche

Bene la nautica e l'agroalimentare, in calo il mobile/arredo. L'associazione degli industriali analizza la situazione della provincia di Pesaro Urbino e chiede agli istituti di credito di guardare l'imprenditore e la sua azienda «per quello che è e non quello che ha»

PESARO – Il nuovo rimorchiatore dell’economia pesarese è la nautica. Un settore che aveva attraversato una profonda crisi e che oggi ha numeri spaventosi. La meccanica tiene ma ci sono settori in sofferenza. A fare il punto della situazione i vertici di Confindustria.

Il presidente Mauro Papalini analizza così il momento alla luce dei dati del primo semestre: «Il nostro territorio ne esce positivamente sul primo semestre ma i dati vanno analizzati con più precisione. Complessivamente siamo a un +18,4% di export, il più performante di tutte le Marche con il settore della meccanica stabile ma senza segnali di sviluppo. Questo è un settore che lavora anche in subfornitura anche per la Germania che ad oggi è in una fase di staticità. Il fatturato è 373 milioni di euro al primo semestre».

Che prosegue: «Il mobile/arredo purtroppo è a un – 10,8%, ci deve far riflettere per capire cosa mettere in campo per cambiare la tendenza. Siamo a 143 milioni.

Il tessile/abbigliamento è al – 14,4% con 82,7 milioni di euro. Il segnale davvero positivo è della nautica dove abbiamo invece una ripresa notevole, la vera sorpresa di questo periodo con + 1131% e 188 milioni di export. Dopo le grandi perdite sembra diventare settore trainante dove ci sono maestranze importanti».

L’agroalimentare segna un + 8% con 25 milioni di export. «La provincia è ancora in sofferenza, a parte nella nautica e nell’agroalimentare, per tanti fattori. Abbiamo perso anche un istituto di credito che è un sostengo per le imprese e progetti di sviluppo. C’è incertezza sul mercato interno. Le imprese hanno investito e recuperato cercando mercati esteri. Per sostenere lo sviluppo ci vorrebbe una ripresa anche del settore finanziario. Serve un sistema bancario che possa dare fiducia agli imprenditori. Questo desta preoccupazione», prosegue Papalini.

«Vorrei che il sistema bancario tornasse a guardare l’imprenditore e la sua azienda per quello che è e non quello che ha. Le politiche fatte dal precedente governo non sono state sufficienti sotto l’aspetto imprenditoriale. Si è pensato a chi non ha lavoro e non a chi lo crea. Il Reddito di Cittadinanza sostiene la povertà ma non crea sviluppo e occupazione, parallelamente il Decreto Dignità ha ingessato ancora di più il lavoro. In questo territorio dobbiamo comunque reagire e fare sistema per un patto di sviluppo. Non dobbiamo restare fermi ma mettere in campo delle sinergie in modo tale che le imprese possano mettersi assieme e strutturarsi per competere nei mercati esteri. Ma anche un sistema tra enti. Anche se possono non sono esserci tanti interessi comuni con le altre associazioni di categorie, dovremmo comunque fare sistema».