CIVITANOVA MARCHE – Un configuratore 3D per “disegnare” le proprie scarpe, poi realizzate a mano dai migliori artigiani marchigiani. A tradurre la brillante idea in pratica è DIS, acronimo di Design Italian Shoes, startup marchigiana nata a giugno 2015 e specializzata nella produzione di calzature su misura completamente personalizzabili dal cliente. Proprio in questi giorni, la società coordinata dal Ceo, Andrea Carpineti, che si affida a sei lavoratori e svariati collaboratori, ha lanciato una campagna di raccolti fondi online su Mamacrowd, prima piattaforma di equity crowfunding italiana. Raccolti oltre 35 mila euro in un solo giorno.
Design Italian Shoes, i cui soci sono Andrea Carpineti, Francesco Carpineti e Michele Luconi, è entrata in un mercato che vale oggi 68 miliardi di dollari. Il primo semestre 2018 è stato chiuso con un fatturato di 228.575 € (+99% rispetto al 2017) e il numero di punti vendita attivi con il corner DIS è salito a 50, grazie ad importanti accordi commerciali in Cina, Giappone e Corea del Sud. La struttura della start-up, la cui sede è a Civitanova Marche, è molto snella, anche considerando che i maestri calzaturieri lavorano in outsourcing.
Carpineti, ci racconti un po’ la storia di questa società..
«DIS – Design Italian Shoes si afferma come primo brand di calzature personalizzate Made in Italy che, contando sulle migliori eccellenze artigianali marchigiane, ha rivoluzionato l’industria tradizionale, rivitalizzando le maestranze locali e riuscendo a dare forma ad un paio di calzature personalizzate e fatte a mano in soli 10 giorni. Di fatto DIS è l’unico brand Made in Italy a risolvere il grande problema del mondo retail: l’invenduto a fine stagione. Con un minimo investimento, infatti, il negoziante ha uno stock virtuale di 50 milioni di calzature, incassa in anticipo sul venduto, azzera il magazzino e migliora il ciclo finanziario. In soli 18 mesi DIS ha affiliato 50 punti vendita e solo nel primo semestre 2018 ha raddoppiato il fatturato. La strada è quella giusta».
Quali sono i vostri obiettivi?
«Proprio In queste ore abbiamo lanciato una campagna di raccolti fondi online su Mamacrowd. L’operazione che punta a raccogliere almeno 100 mila euro, permetterà a DIS di crescere sui mercati internazionali in cui è già presente e lanciare il prodotto in nuovi Paesi. In cambio, per gli investitori, oltre che parte delle quote della società, sono previste anche scontistiche notevoli sui futuri acquisti di scarpe su misura. Tra i progetti in cantiere c’è la possibilità per il cliente di operare la scansione del piede, tramite mobile app o attraverso il totem con touch screen nei negozi fisici affiliati DIS. Sono già oltre 50 gli stores nel mondo che già oggi ospitano scarpe DIS, dalla Russia fino agli Stati Uniti, dal Giappone alla Cina. Numeri che, si prevede, aumenteranno grazie alla tecnologia proprietaria che permette ai clienti di personalizzare la propria scarpa direttamente in negozio. I totem installati nei punti vendita, infatti, garantiscono un’esperienza utente perfettamente integrata tra online e offline, aumentando la propensione all’acquisto e la creatività nel disegnare la propria calzatura ideale. Una soluzione, quest’ultima, particolarmente apprezzata nei mercati più ricettivi quali Russia ed Europa dell’Est, e che, secondo le previsioni, dovrebbe portare ad una crescita consistente del fatturato grazie all’accordo già chiuso in Cina con una catena sartoriale di 24 negozi per arrivare a coprire i loro 300 punti vendita e agli accordi in chiusura in Giappone e Corea del Sud. Con questa campagna rilasceremo una nuova funzionalità: la scansione del piede, che potrà avvenire tramite mobile app o attraverso il nostro totem touch screen. E se centriamo l’obiettivo massimo di funding di 400.000 euro lanceremo anche la linea femminile».
La qualità salverà l’Italia?
«Il nostro made in Italy è particolarmente apprezzato nel mondo e non è casuale che in paesi apparentemente così lontani stiamo avendo i risultati migliori ed il maggiore interesse da parte di acquirenti che voglio una scarpa bella, di classe, elegante, comoda e italiana. Attraverso l’installazione di corner DIS in sartorie e department store velocizziamo il go-to-market all’estero, evolvendo l’esperienza d’acquisto tradizionale. Il cliente può provare le scarpe, toccare con mano i materiali, prendere ispirazione dai modelli esposti e creare la propria scarpa personalizzata grazie al configuratore 3D e all’aiuto di un personal stylist”. Quindi la qualità certamente salverà l’Italia, anzi, lo sta già facendo».
Cosa dovrebbero fare le istituzioni per preservare il patrimonio artigianale del nostro territorio?
«Nei giorni scorsi ho letto un’intervista al vice presidente della commissione Attività Produttive nella quale si anticipava che il Governo sta valutando l’idea di un vettore pubblico in grado di muovere capitale di rischio, in cui lo Stato fa da co-investitore, così da attrarre capitali ed imprese estere per un totale di circa 3 miliardi. Se così fosse sarebbe una grande opportunità per dare vigore a tante idee imprenditoriali vincenti che necessitano di fiducia da parte degli investitori e dunque di capitale».